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Cronaca Conegliano

Chiusura uffici postali: linea dura dei sindaci, al via un confronto

Lunedì all'incontro tra i 14 primi cittadini c'erano anche la deputata del pd Floriana Casellato e la senatrice della Lega Patrizia Bisinella

CONEGLIANO Un rappresentante dell’associazione Comuni della Marca trevigiana, un referente regionale e un parlamentare. Sono questi componenti di un tavolo di lavoro provinciale che secondo l’onorevole trevigiana del Pd Floriana Casellato dovrebbe essere costituito immediatamente per adottare una linea comune contro la chiusura di 15 uffici postali in provincia di Treviso. Lunedì mattina i 14 sindaci interessati dal provvedimento di Poste Italiane (Borso del Grappa, Cimadolmo, Codognè, Conegliano, Follina, Fonte, Giavera del Montello, Godega di Sant’Urbano, Maserada sul Piave, Nervesa della Battaglia, San Zenone degli Ezzelini, Sarmede, Valdobbiadene e Vedelago), si sono incontrati con i parlamentari della Marca affinchè facciano pressing al Governo.

Casellato, che aveva già sottoscritto un’interrogazione urgente al ministro per lo sviluppo economico Federica Guidi, ha proposto un tavolo di lavoro per analizzare la situazione e rilanciare una controproposta. “La stessa procedra si potrà estendere anche alle altre province coinvolgendo Anci Veneto – ha spiegato Casellato – Da parte nostra, in attesa dei prospettati incontri con Regioni ed enti locali, c’è l’impegno a proseguire con le pressioni al governo perché il piano di razionalizzazione sia subito sospeso”. Come ha riferito la deputata, il 12 febbraio scorso l’ad di Poste Italiane Francesco Caio e il presidente di Agcom Angelo Cardani sono stati convocati al Ministero per discutere del piano che porterà alla chiusura di più di 400 uffici postali nel 2015. La stessa società aveva comunque dato la propria disponibilità a un confronto con gli enti locali.

La notizia della chiusura di 15 uffici nella Marca non è stata presa bene dal territorio. “Il provvedimento va bloccato e va avviato subito un tavolo di confronto con i sindaci – ha detto invece la senatrice della Lega Nord Patrizia Bisinella -. Ci sono sportelli che servono più frazioni, venendo incontro alle esigenze di un numero maggiore di utenti rispetto a quanti pensa invece Poste Italiane, che peraltro fa riferimento soltanto a criteri lineari legati a numero di abitanti ed “incasso” a sportello. Va tenuto conto della presenza di attività produttive, dell’incidenza della popolazione anziana e della fruibilità del servizio in base alla collocazione dei singoli uffici: solo chi conosce il territorio può dare indicazioni in questo senso. Proprio per questo va avviato immediatamente un tavolo di confronto tra Poste Italiane, Governo, Conferenza delle Regioni ed Associazione dei Comuni, in particolare per la provincia di Treviso: devono essere gli stessi territori a fornire informazioni - realistiche - rispetto alle necessità della popolazione per la resa migliore e più efficiente di servizio all’utenza».

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