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Cronaca Cison di Valmarino

Omicidio di Rolle, il killer aveva tentato di bruciare il corpo di Loris

Un contadino ha visto Sergio Papa fuggire dall'abitazione dei Nicolasi dopo il delitto: il 35enne è sparito tentando di nascondersi nell'ambiente dei tossicodipendenti di Mestre e Padova. A tradirlo un sms inviato alla madre per l'8 marzo

CISON DI VALMARINO Sergio Papa, il presunto killer di Loris Nicolasi e Annamaria Niola (71 e 69 anni), uccisi a colpi di roncola e coltello nel giardino della loro abitazione di Rolle di Cison di Valmarino, lo scorso primo marzo, ha cercato, dopo il duplice omicidio, di distruggere i corpi. L'omicida aveva in particolare cosparso il cadavere dell'uomo, contro cui si era accanito con grande ferocia, con del gasolio. Il liquido infiammabile, scambiato per benzina (perciò il tentativo fallì), era contenuto in una tanica che il 35enne avrebbe trovato nel magazzino in cui si era nascosto prima di mettere a segno il delitto. Anche le altre armi usate per l'omicidio (coltello e roncola appunto), non più rinvenute, potrebbero essere state prese qui. E' uno dei risvolti più raggelanti di quanto hanno scoperto i carabinieri che intervennero all'interno dell'abitazione dei coniugi Nicolasi lo scorso primo marzo, alle 14.30, quando la loro figlia, Katiuscia, scoprì i corpi senza vita dei genitori, nel giardino di casa.

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LA RICOSTRUZIONE DELL'OMICIDIO Secondo gli investigatori del nucleo investigativo Sergio Papa, 35enne di Refrontolo, nascosto nel ricovero attrezzi di casa Nicolasi, sorprende, tra le 7 e le 8 del mattino, Annamaria Niola mentre sta dando il mangime alle sue galline. Il killer accoltella la donna: basteranno tre colpi per ucciderla. La 69enne probabilmente è sorpresa alle spalle: in mano aveva il recipiente con il mangime, trovato a pochi passi dal corpo. Il marito, sentite le urla della donna, scende di soprassalto e viene a sua volta trucidato. Solo una volta messi fuori causa i padroni di casa, l'omicida sarebbe entrato nell'abitazione a caccia di denaro o preziosi. Non acclarato ancora se il killer abbia effettivamente rubato qualcosa. Le indagini, fin dalle prime ore lo vedono tra i sospettati: Sergio Papa viene visto alle 8.10, da un contadino, mentre fugge dalla proprietà dei Nicolasi a bordo di una Fiat Panda che era stata rubata a San Pietro di Feletto e che poi sarà trovata incendiata. In fiamme, si sospetta, anche gli abiti usati per il delitto che non saranno più trovati. Fondamentale anche la testimonianza della figlia Katiuscia: i genitori le raccontarono di aver sorpreso e scacciato Papa dalla loro proprietà, la mattina antecedente al duplice omicidio. Un altra incursione indesiderata del 35enne dai Nicolasi risaliva ad alcuni giorni prima. Il presunto killer inoltre conosceva bene quella proprietà: tre anni prima aveva svolto dei lavori di manutenzione quando era dipendente di una azienda edile.

LA FUGA E IL RITORNO PER ANDARE A VOTARE Papa, sentendosi braccato, decide quindi di fuggire e per qualche giorno di lui si perdono le tracce. Il suo telefono risulta spento così come lo era, emerge dai tabulati, quando si è consumato il duplice omicidio. Mentre a Rolle e Cison i residenti, con un comportamento che gli inquirenti definiscono come "esemplare", collaborano, parlano e permettono di stringere il cerchio, Papa è diventato nel frattempo come un fantasma. Nessuno ha idea di dove si trovi. Il colpo di scena avviene domenica 4 marzo: il 35enne torna a Cison per votare. Da questa giornata gli inquirenti saranno costantemente sulle sue tracce. Papa, fino a sabato scorso, giorno del suo arresto, si sposta tra Mestre e Padova: ciò è testimoniato da diversi scontrini e biglietti del treno trovati in suo possesso che ne indicano la presenza, in quei giorni di "latitanza" anche a Monfalcone, Noventa di Piave e a Latisana.

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TRADITO DA UN MESSAGGIO D'AUGURI PER L'8 MARZO Il 35enne cerca di nascondersi, di sparire, soprattutto utilizzando il meno possibile il suo telefono cellulare che risulta quasi sempre spento. Lo accende solo per l'essenziale. L'8 marzo Papa spedisce, da Mestre, un sms per fare gli auguri alla madre in occasione della Festa della donna. Nel frattempo il puzzle degli investigatori, coordinati dal pm Romanelli, si completa di tessere decisive: i genitori del presunto assassino, intercettati con alcune cimici presenti in casa, avrebbero confermato i sospetti che pendevano sulla sua testa. Il sospetto è che il padre e la madre del 35enne abbiano cercato di proteggerlo. Sabato scorso l'epilogo decisivo: Sergio Papa viene catturato a Mestre mentre scende da un treno proveniente da Padova. L'uomo non oppone resistenza e viene portato in carcere a Santa Bona dove si trova ora rinchiuso.

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IL MISTERO DEL MOVENTE Nel castello accusatorio dei carabinieri del nucleo investigativo, coordinato dal maggiore Giovanni Mura (nel video), l'unico vero punto d'interrogativo è quello riguardante il movente del delitto. Perchè brutalizzare così i Nicolosi? Cosa è stato effettivamente rubato all'interno dell'abitazione di via Marzolle? Terminati gli esami scientifici sui reperti acquisiti dal Ris (la prova regina potrebbe essere quella del Dna) sarà possibile chiarire anche questo aspetto, per ora ancora oscuro.

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