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Cronaca Conegliano

Un convegno per pensare a Conegliano 2030 con "La Città che vorrei"

Al Convento di San Francesco, Ascom-Confcommercio e Comune di Conegliano hanno fornito spunti e nuove visioni sul futuro della città

CONEGLIANO Piccola, incastonata tra le più belle colline del Veneto, colta, aristocratica ed elegante, virtuosa e laboriosa , amante del buon bere e del buon cibo . Oggi Conegliano ha vissuto la prima, grande , tappa verso un futuro, quello del 2030, che sembra non essere solo un sogno scritto solo sulla carta, ma che si è già fatto impegno concreto, programma di lavoro e tavolo tecnico. A decretare visioni, programmi, impegni concreti dell ’Amministrazione e delle Associazioni, ma anche dei privati e delle imprese è stato il convegno dal titolo “La città che vorrei ” , co-organizzato da Ascom Confcommercio e Comune, che si è posto l ’obiettivo di tracciare una visione complessiva per il 2030 all ’interno della quale inquadrare proget ti, metodi, programmi, priorità, tempi.

La premessa è stato un protocollo di intesa firmato qualche tempo fa che ha sancito una virtuosa sinergia pubblico privato. Il metodo al quale fa riferimento la visione del 2030 è quello della partecipazione urbanistica, che mappa le criticità, raccoglie i bisogni di cittadini ed imprese , individua soluzioni e stabilisce linee guida e tempi, affidato agli urbanisti Matteo Larese e Marco Riato, che, nel loro intenso lavoro di analisi, hanno presentato oggi al folto e qualificato pubblico : 8 Ais e relative prospettive ed a nalisi : Il Castello, via XX settembre, Corso V. Emanuele via Mazzini, via Carducci, Stazione FS, Il Biscione, Area Ex Zanussi, Area Ex Saita, e ben 4 macroobiettivi strategici a cui tendere: creazione di un ’ isola pedonale, riprogettare la viabilità urbana del centro (apertura via Vespucci), migliorare la qualità dello spazio pubblico, migliorare l ’accessibilità e la fruibi lità del centro.

“ Due ” - secondo il presidente di Confcommercio Conegliano Federico Capraro – “ sono le priorità “tematizzanti ” che impatteranno sul commercio e sul terziario , il prosecco ed il Cima. Il primo perché possa restituire centralità non so lo al prodotto, ma ai paesaggi, il secondo perché diventi fattore identifica tivo che porta va lor e aggiunto, turismo e cultura. “ Tra gli Ais ” - conferma Capraro - “ strategica sarà la trasformazione della stazione , con nuovi volumi e d sottopa sso , centro nevralgico della nuova Conegliano, moderna e multifunzionale i n cui si arriva e da cui partiranno percorsi ed itinerari , che da luogo di servizio diventerà luogo di scambio e di relazione ” .

All ’identificazione nei prodotti tipici locali ed al prosecco - ha legato il sogno di Conegliano anche il presidente provinciale di Confcommercio, Renato Salvadori, che in essi vede l ’occasione per la distintività anche in dimensione europea. “A bbiamo improntato il lavoro amministrativo ” – ha affermato il Sindaco Fabio Chies - “ all'ascolto dei bisogni della nostra comunità, per f arne sintesi e soprattutto per avviare una programmazione di lungo periodo che possa intercettare tendenze future. Questo convengo si inserisce perfettamente in questo quadro e rappresenta un altro tassello fondamentale di una visione che deve a nostro avviso posizionare il commercio al centro di un progetto di rilancio per la città. Conegliano è già affermata e nota in Italia a l'estero, hanno fatto scuola in tal senso le sue bellezze artistiche, le mostre di Palazzo Sarcinelli, la fama derivante dalla produzi one del Prose cco. Ma ha bisogno della sua colonna dorsale dell'accoglienza, fatta da negozi, alberghi, strutture ricettive, attività artigianali, attività manifatturiere di qualità , per rendere un'esperienza unica la permanen za dei turisti e dei visitatori ”.

E se la base di partenza per il futuro sar à costituita da Cima e dal prosecco, le parole d ’ordine sono partecipazione e riqualificazione, la strada da intraprendere, secondo il sociologo Vittorio Filippi , non può che essere quella delle grandi città, delle big city, dove i l cen tro storico non è un luogo statico che sa di “ antico e polveroso ” ma un luo go dinamico seduttivo ed emozionale, dove le piazze diventano simboli di bellezza e rinascono con nuove funzioni relazionali ”. “ Conegliano ” - secondo Filippi - “ nel 2030, potrà reggere al la sfida del calo demografico (inarrestabile ed inevi tabile) se saprà divent are tecnologica (dentro e fuori dalle case , per esempio con la domotica ), inclusiva, coesa, sostenibile, attraente ed attrattiva ” . In una parola capace di rigenerarsi. Senza luoghi “ ex ” o buchi neri, ma rigenerati, rinnovati , finalmente “ smart ”.   

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