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Cronaca

Mascherine e gel igienizzante, raffica di sequestri della Guardia di Finanza di Treviso

Durante un controllo nei confronti di un’impresa tessile accertate gravi violazioni in materia di lavoro nero e di sfruttamento della manodopera, e di segnalare l’imprenditore alla locale Procura della Repubblica per il delitto di “caporalato”

La Guardia di Finanza della provincia di Treviso ha compiuto una serie di mirati interventi a contrasto delle condotte fraudolente e delle pratiche commerciali scorrette poste in essere da talune aziende operanti in settori economici di particolare rilievo in questo periodo di emergenza sanitaria da Covid-19. In particolare, d’iniziativa o su segnalazione dei cittadini, i Finanzieri – già quotidianamente impegnati nei controlli su strada assieme alle altre Forze di Polizia per scoraggiare la violazione delle misure di contenimento del contagio – hanno svolto accertamenti sull’aumento ingiustificato dei prezzi di taluni beni e sulla vendita di dispositivi medici non conformi alla normativa vigente. Sul fronte del controllo dei prezzi, nella Marca sono stati sottoposti a sequestro 80 litri di gel igienizzante, venduto con un ricarico del 930 per cento rispetto al prezzo di acquisto, ipotizzando a carico di un commerciante il reato di “manovre speculative su merci” ex art. 501-bis del codice penale.

Numerosi gli interventi eseguiti dalle fiamme gialle trevigiane per contrastare la frode nel commercio di dispositivi di protezione e ancora di gel per la pulizia delle mani. Sono state sequestrate 60.250 mascherine chirurgiche prive della prescritta certificazione, 1.800 camici non conformi, e 3.826 litri di gel venduto come presidio medico-chirurgico in assenza dei requisiti di legge. È stata inoltre tracciata l’illecita commercializzazione di altri 221.593 dispositivi di protezione individuali. Complessivamente sono sei le imprese coinvolte e quattro i soggetti denunciati all’Autorità Giudiziaria per il reato di “frode nell’esercizio del commercio”, che rischiano la reclusione fino a due anni.

L’attività investigativa svolta dai militari della Guardia di Finanza ha consentito anche, nel corso di un controllo nei confronti di un’impresa tessile, di accertare gravi violazioni in materia di lavoro nero e di sfruttamento della manodopera, e di segnalare l’imprenditore alla locale Procura della Repubblica per il delitto di “caporalato”. «L’attuale crisi pandemica rappresenta, purtroppo, un terreno fertile per azioni illecite di truffatori e speculatori -si legge in un comunicato della Guardia di Finanza di Treviso- offendo occasioni di arricchimento indebito. I controlli sistematici da parte della Guardia di Finanza sono un presidio di sicurezza economico-finanziaria, perseguendo, accanto all’obiettivo prioritario di difendere la salute dei cittadini, anche quello di tutelare gli operatori onesti già in sofferenza in questo difficile periodo emergenziale».

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