Denuncia del Coisp: l'Appiani costa ai cittadini due milioni l'anno
Il canone di affitto della nuova questura è di circa 900mila euro l'anno e ad esso si aggiungono altrettante spese di gestione. Cassamarca abbassa le cifre: 750mila euro per la polizia, un milione per finanza e agenzie delle entrate
Dai palazzi abbandonati e i muri anti-barboni, la questione che accende gli animi di Treviso si è spostata sull'Appiani.
Dopo la "minaccia" del presidente della Provincia Leonardo Muraro di chiamare la Celere per sgomberare la prefettura, rea di bloccare il risiko immobiliare, arrivano le affermazioni del sindacato di polizia Coisp.
Bernardino Cordone, segretario del sindacato, denuncia quello che a suo avviso è uno spreco bello e buono. Per stare all'Appiani, il complesso voluto da Provincia, Comune e Fondazione Cassamarca per riunire tutti gli enti e uffici della città, la questura pagherebbe, attraverso lo Stato e quindi le tasche dei trevigiani, circa 900mila euro l'anno di affitto, ai quali si aggiungerebbero altrettante spese di gestione, come acqua, luce e gas.
Ma fonti vicine a Fondazione Cassamarca - riporta la Tribuna di Treviso - ridimensionerebbero le cifre date dal Coisp.
Questura e polstrada pagherebbero l'affitto più basso di tutti, 750mila euro l'anno, mentre a guardia di finanza e Agenzia delle Entrate gli uffici all'Appiani costerebbero circa un milione di euro annuali.
La prefettura, ancora insediata in piazza dei Signori e poco intenzionata a traslocare, non paga ancora il canone di affitto, circa 500mila euro, mentre Unindustria Treviso e Confartigianato sono proprietari della loro "porzione".
Altra questione spinosa, oltre alla prefettura, quella della Camera di Commercio, che sembra non volerne sapere di lasciare piazza Borsa. Tanto che Dino De Poli avrebbe inviato a Nicola Tognana una lunga lettera in cui gli ricorderebbe gli impegni presi e lo inviterebbere a traslocare prima di passare alle vie legali.
