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Cronaca Centro / Via Inferiore

Fallimento "Proseccheria Mionetto": l'ex titolare a giudizio per bancarotta fraudolenta

Un 66enne di Ponzano Veneto affronterà il processo per il crac del locale a due passi da piazza San Vito: gli viene contestato un buco nelle casse della società di oltre 250 mila euro

TREVISO Rinviato a giudizio per il crac della “Proseccheria Mionetto”, il famoso locale di via Inferiore, a due passi da piazza San Vito, che dopo aver animato per anni le serate trevigiane con aperitivi e cene di successo aveva chiuso i battenti, venendo dichiarata fallita il 23 novembre 2009. A dover affrontare un processo per le ipotesi di reato di bancarotta fraudolenta e documentale sarà E.B., 66enne originario di Castelnuovo del Garda ma residente a Ponzano Veneto.

Secondo la Procura di Treviso, in qualità di amministratore unico e legale rappresentante della società che aveva in gestione l'attività di ristorazione, la “Gallery 2002 srl”, avrebbe nel corso del tempo mandato in rovina il locale. Difeso dall'avvocato Cristiano Biadene, l'uomo però respinge tutte le accuse, sostenendo di non aver nulla a che fare con il buco da oltre 250 mila euro che avrebbe portato al fallimento della società.

La difesa infatti, oltre ad aver ottenuto dal gup Bruno Casciarri l'esclusione della recidiva, confida di poter dimostrare a dibattimento l'assoluta estraneità del 66enne dai fatti contestati. Il pm Gabriella Cama è però convinto del contrario. Secondo la Procura di Treviso infatti l'ex titolare della “Proseccheria Mionetto” (che aveva già riaperto nel 2010 sotto una nuova gestione che nulla ha a che fare con la precedente) nei tre anni che hanno preceduto la dichiarazione di fallimento non avrebbe tenuto regolarmente i libri e le altre scritture contabili.

In più, sempre secondo gli inquirenti, nel corso degli anni sarebbero stati distratti beni e risorse della “Gallery 2002 srl” per fini diversi rispetto allo scopo sociale per un importo complessivo di 252.856 euro e spicci. Un buco, ricostruito dal curatore fallimentare che non si è ancora costituito parte civile (può farlo fino alla prima udienza dibattimentale), che aveva mandato in crisi la società che non è più riuscita a onorare i debiti, finendo per essere dichiarata fallita.

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