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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Immigrazione a Treviso: quasi 100mila gli stranieri nella Marca

98.957 gli stranieri residenti nella Marca. In continuo calo il numero totale (2.761 unità pari ad un -2,7%). 493 i profughi presenti in Provincia

TREVISO Il numero totale dei residenti stranieri continua a diminuire per il secondo anno consecutivo, secondo la rilevazione autonoma diretta delle anagrafi della provincia di Treviso. Il numero di stranieri residenti in provincia a fine 2014 è pari a 98.957; è calato di 2.761 persone rispetto al 2013 (-2,7%), andando sotto la soglia dei 100mila toccata da anni. 4.392 in provincia di Treviso, i cittadini stranieri che nel 2014 hanno ottenuto cittadinanza italiana. Sono alcuni degli elementi più significativi contenuti nel Rapporto Statistico 2014 sulla presenza e la distribuzione degli immigrati nella provincia di Treviso, al 31 Dicembre 2013, presentato mercoledì da Cisl Anolf Treviso, Migrantes, Caritas e Cooperativa Sociale Servire.

Presenza femminile: aumenta ancora la quota delle femmine rispetto ai maschi, anche se solo poco più di mezzo punto percentuale, giungendo a sfiorare il 52%. La crescita percentuale della componente femminile è da attribuire al calo di quella maschile; non si tratta pertanto non di un reale aumento di donne migranti, ma dell’effetto del calo dei maschi sulla composizione di genere. La quota delle donne sul totale risulta ancora molto diversificata a seconda del gruppo nazionale, dall’81,2% delle ucraine, seguite da brasiliane (73,5%), moldave (69,3%) e polacche (61,6%) per giungere al 31,9% delle senegalesi; il gruppo albanese va verso il pareggio.

Nazionalità: in provincia sono presenti migranti di 145 nazionalità diverse (ma la quota delle prime 10 è pari al 75% del totale). Rispetto al 2013, fra i primi 10 gruppi nazionali crescono leggermente solo i cinesi (+0,8%, pari a +63 persone), i romeni (+0,6%, pari a +122 persone) e gli ucraini (+1,4%, pari però solo a +48 persone); calano tutti gli altri, con percentuali anche importanti, soprattutto per senegalesi (-7,6%), albanesi (-6,5%) ma anche macedoni (-5,0%) e kosovari (-4,5). Quanto incida sui gruppi di più antica immigrazione il passaggio alla cittadinanza italiana non è dato sapere, in quanto i dati riguardanti l'acquisizione di cittadinanza non sono diversificati sulla base della nazionalità di partenza. Continuano a confermarsi primi Paesi di provenienza: Romania, Marocco, Albania, Cina e Macedonia.


Incidenza per Comuni.
Primi Comuni per numero di residenti stranieri. Nel 2104 si osserva la stessa graduatoria del 2013: Treviso (11.183, +121 presenze – unico Comune oltre 10mila, ma “solo” 13,4% sul totale residenti), Conegliano (5.554, +52 presenze) e Montebelluna (4.101, -70 presenze). Primi Comuni per incidenza % su totale residenti: Mansuè (20,0% e 31,7% di minori stranieri sul totale minori), Fonte (18,6%, con incidenza minore di 1 punti % rispetto al 2013) e Cimadolmo (18,4%). Il primo comune fra quelli con più di 10.000 residenti totali è Pieve di Soligo (7° con il 16,6%, in lieve calo), segue Motta di Livenza con il 16,4%.


Nuovi nati da entrambi i genitori stranieri
Nel 2014 sono stati 1.694; ancora un calo percentuale consistente, -6,2% su base annua, 112 nati in meno rispetto all’anno precedente. L’incidenza % sul totale dei nati si abbassa dal 22,4% al 21,9%. Primi tre Comuni per incidenza % su totale nati: Vidor (45,9%), Meduna di Livenza (45,0%), e Zenson (41,7%) – il primo Comune con più di 10mila residenti totali è ancora Pieve di Soligo, che rispetto al 2013 migliora la posizione anche se cala la % (4° con il 39,6%).

Minorenni
La popolazione a cittadinanza straniera è ancora largamente una popolazione più giovane di quella italiana: il 25,5% del totale degli stranieri sono minori rispetto ad una incidenza dei minori del 16,9% tra gli italiani. Continua però l’importante contrazione di questo segmento di popolazione già registrata lo scorso anno: l’incidenza sul totale dei residenti stranieri si riduce di quasi un punto percentuale, e la diminuzione in valore assoluto (1.520 minori in meno) corrisponde ad un calo del 5,7% rispetto al 2013, superiore di tre punti percentuali al calo dei soli maggiorenni (-2,7%).

Situazione occupazionale
Secondo l’indagine Istat sulle forze di lavoro, gli occupati mediamente rilevati nel corso del 2014 in provincia di Treviso sono stati 377mila, impiegati in parte maggioritaria (il 78% del totale) in attività lavorative di tipo dipendente e con una presenza ancora rilevante nelle attività industriali, in particolar modo manifatturiere, ma con un peso crescente del settore dei servizi. Rispetto al totale degli occupati in provincia, il peso degli stranieri è stimabile attorno al 12/13%, con una presenza particolarmente alta nel lavoro dipendente. Calano anche nel 2014 le posizioni di lavoro dipendente: continuano anche nel 2014 le difficoltà occupazionali già registrate nel corso del biennio 2012-2013 e nell’insieme del lavoro dipendente si registrano performance ancora negative. Dall’inizio delle crisi, si sono perse oltre 24mila posizioni di lavoro: circa 19mila tra gli italiani e poco più di 5mila tra gli stranieri. La perdita occupazionale complessiva attribuibile agli stranieri corrisponde a circa il 20% del totale. Nel 2014, la variazione negativa registrata (circa 3.500 posizioni di lavoro in meno) ha interessato sia la componente italiana sia quella straniera (circa 2.900 posizioni in meno nel primo caso e 660 nel secondo). A differenza del 2013, la diminuzione più consistente è stata registrata per i cittadini comunitari (-390), leggermente più contenuta per i non comunitari (-265).

Diminuisce il peso delle assunzioni di stranieri sul totale: continua anche nel 2014 il progressivo ridimensionamento del peso delle assunzioni di stranieri sul totale delle assunzioni effettuate in provincia. L’incidenza è passata dal 28% del 2008 al 24% del 2014 (4 punti percentuali in meno in 7 anni). Il calo è stato particolarmente rilevante nel settore industriale dove si è passati dal 42% del 2008 al 35% del 2014 con una perdita, nel periodo considerato, di 7 punti percentuali. In ogni caso si registra un trend in leggero rialzo per le assunzioni, anche paragonato alla lieve ripresa del 2013. Continuano a crescere le iscrizioni dei disoccupati ai Centri per l’impiego: anche nel 2014 si conferma la crescita delle dichiarazioni di immediata disponibilità al lavoro rilasciate ai Centri per l’impiego della provincia dai soggetti in condizione di disoccupazione. Per quanto riguarda gli stranieri, le dichiarazioni sono passate dalle 8.700 del 2008 alle oltre 15mila del 2013. Il peso degli stranieri sul totale delle dichiarazioni risulta in leggera contrazione: dal 31% del 2008 passa al 26% del 2014.


Bilancio del 1° trimestre 2015 positivo ed in aumento rispetto al 2014
La ripresa delle assunzioni nel 1° trim. 2015 interessa anche gli stranieri: anche per la provincia di Treviso, i primi dati del 2015 mettono in evidenza, sull’impulso dalla decontribuzione prevista in finanziaria, una ripresa delle assunzioni. Il volume delle assunzioni è aumentato del 17% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Tale crescita è stata del 16% per gli italiani e del 20% per gli stranieri. Mentre nel caso degli italiani è stata trainata dai rapporti di lavoro a tempo indeterminato (+56%), nel caso degli stranieri ad aumentare è stato soprattutto il lavoro somministrato (+38%).

Lavoro autonomo. Aumentano di poco le imprese straniere attive in provincia: a fine 2014 risultano poco più di 8mila (+ 3% rispetto al 2013) e rappresentano il 10% del totale delle imprese attive. Si tratta in prevalenza di imprese operanti nel settore delle costruzioni (29%) e del commercio (32%). Rispetto al totale, l’incidenza delle imprese straniere è rilevante nel comparto delle costruzioni (sono straniere il 19% delle imprese), nel commercio (14%), nel turismo (13%) e nei trasporti-spedizioni (12%).

"Anche quest’anno, è bene riaffermare la convinzione che i dati non sono più sufficienti per descrivere il mobile, complesso e stratificato quadro dell’immigrazione in provincia di Treviso. La popolazione straniera sta mettendo in atto diversificate e poco quantificabili strategie contro la crisi: spostamenti in altre zone d’Italia o dell’Europa, “invio” o spostamento stagionale di qualche componente all’estero (i cosiddetti migranti transnazionali), “rientri silenziosi”, ossia rientri temporanei di famiglie (o parti di famiglie) che tornano al paese di origine per un tempo più o meno lungo allo scopo di ridurre i costi di sostentamento. Lo scorso anno, inoltre, è stata effettuata una ricerca sul campo per cercare di portare alla luce quello che i dati non riescono ad illuminare, ossia una rinnovata ed estesa mobilità come strategia per far fronte alla crisi. E’ stato somministrato un questionario a 160 persone (uomini e donne) di diversa nazionalità finalizzato a comprendere come i migranti affrontano la crisi; in seguito, in base ai dati emersi dai questionari, abbiamo condotto cinque focus group (tre con studenti e due con adulti), proponendo una riflessione più approfondita rispetto alle scelte familiari, lavorative, economiche, ai vissuti che le accompagnano ed alle aspettative e aspirazioni per il futuro".

Situazione Profughi su territorio di Treviso.
"A fine 2014 erano presenti nelle strutture temporanee allestite per lo più da Caritas e dal privato sociale 229 persone (dati Ministero dell’Interno al 31.12.2014).La Prefettura al 15 giugno 2015 ci ha dichiarato che “dall’inizio della crisi e sino al 20 aprile 2015 sono arrivati in questa provincia n. 1.162 migranti. A quella data erano ospiti nelle strutture di accoglienza provinciali n. 408 richiedenti asilo. Ad oggi, il numero è salito a 493. Non avendo a disposizione altri dati disaggregati per allontanati, esiti positivi o negativi ed eventuali ricorsi dopo l’esame della commissione competente, possiamo solo costatare che del migliaio di persone giunte nel Trevigiano ne sono rimaste poco più di un terzo. Fossero rimasti tutti, sarebbero stati pari allo 0,13% dell’intera popolazione residente e all’1,17% di tutti i residenti stranieri. I dati sui presenti si collocano invece sullo 0,06% di tutta la popolazione residente e lo 0,50% dei residenti stranieri. Va detto che vi sono stati periodi in cui sono stati registrati fino a 13mila nuovi residenti stranieri in un anno. Certo,in tempi nei quali altre sembravano le prospettive di inserimento sociale e lavorativo. Tuttavia, il numero di coloro che sono giunti attraverso la redistribuzione degli arrivi via mare sembra decisamente contenuto rispetto alla risonanza mediatica riversata sull’opinione pubblica e le sue paure". unnamed-7-28

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