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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Miane / Via Roma

Delitto di Miane, ritrovata l'auto usata dal killer per fuggire

Ore decisive nelle ricerche dell'autore dell'omicidio di Medhi Chadi, l'operaio marocchino trovato morto domenica mattina. Domani sarà svolta l'autopsia, giallo sul movente, spunta la pista passionale

MIANE Sei coltellate su tutto il corpo, alcune sulla schiena, usando un coltello da cucina che il killer ha abbandonato sul posto prima di fuggire con l'auto della vittima, abbandonata ad una lenta agonia, in un lago di sangue. Questo l'esito dei primi rilievi svolti dalla squadra di polizia scientifica dei carabinieri del comando provinciale di Treviso che domenica hanno a lungo ispezionato la mansarda di via Roma a Miane, in cui è stato ucciso domenica mattina Medhi Chadi, marocchino di 42 anni, operaio in una ditta di Pieve di Soligo.

A fare maggiore chiarezza sarà l'autopsia: l'esame, come disposto dal pm Barbara Sabatini, sarà svolto nella giornata di martedì. Sembra che siano stati in particolare due le coltellate che si sono rivelate fatali e sono costate la vita allo straniero che da pochi mesi si era trasferito a Miane. L'omicida sarebbe un connazionale che di recente era stato visto con lui: dopo il delitto, avvenuto probabilmente alle 7 del mattino, è fuggito a bordo della Alfa 147 nera di proprietà della vittima che è stata ritrovata nel pomeriggio di lunedì nel centro di Conegliano. In queste ore i carabinieri stanno cercando l'assassino in tutta la provincia e non solo: potrebbe infatti aver cercato la fuga all'estero e protezione a casa di connazionali, magari fuori provincia. Per questo motivo potrebbe essere salito a bordo di un treno già domenica mattina.

Gli investigatori hanno ormai pochi dubbi che sia lui il responsabile di questo efferato omicidio. Ad incastrarlo sono anche alcune tracce lasciate sul luogo del delitto tra cui l'impronta di una scarpa. Il cadavere era stato rinvenuto nella tarda mattinata di domenica dal proprietario dell'abitazione che si era insospettito dopo aver sentito alcuni rumori poche ore prima. La porta dell'abitrazione in cui viveva il 42enne era aperta: il corpo, ormai esanime, era steso tra la cucina e il salotto.

Per ora il movente dell'omicidio resta un giallo ma in queste ultime ore sta prendendo corpo l'ipotesi che tra la vittima e il suo assassino possa essere nato un forte dissapore dovuto ad una donna contesa tra i due. Un rancore che si sarebbe poi trasformato in follia omicida.

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