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Cronaca

Disturbi mentali, quasi seimila trevigiani ne soffrono

Dati choc dall'azienda sanitaria di Treviso: casi in aumento nel 2014. Il dipartimento ha organizzato tre giornate di sensibilizzazione

TREVISO Quasi seimila. È il numero di trevigiani seguiti dall’Usl 9 di Treviso per disturbi mentali nell’ultimo anno. Una cifra preoccupante, spaventosa, un numero in aumento rispetto al 2013. Nel 2014 sono stati 5.791 i pazienti curati dal dipartimento di salute mentale di Treviso, 137 in più rispetto all’anno precedente. “La crisi non è solo dell’economia, è anche delle persone”. Sono le parole di Gerardo Favaretto, direttore del dipartimento. Ciò significa che l’1,4 per cento della popolazione è seguito dai servizi per la salute mentale. Per superare i pregiudizi e la complessità di ogni singola storia di vita, l’azienda sanitaria trevigiana in collaborazione con associazioni e altre istituzioni – in particolare il Comune di Treviso - ha promosso le giornate di sensibilizzazione per la salute mentale il 16, 17 e 19 giugno prossimi presso il complesso museale di Santa Caterina con eventi che proseguiranno fino al 5 luglio.

Dal 1999 a oggi il Dipartimento Salute Mentale dell’azienda Ulss 9 di Treviso ha aperto quasi 25.000 cartelle cliniche. Negli ultimi anni, si è registrato un aumento progressivo dei pazienti seguiti: 5432 nel 2012, 5791 nel 2014, ed anche dei nuovi casi: 1916 (2012), 2053 (2014). Dei 5971 pazienti (circa l’1.4% della popolazione generale), 110 sono ospitati in strutture residenziali (dei quali 36 in Comunità riabilitative protette) e quasi 3000 sono seguiti con una elevata intensità assistenziale. Ogni anno vengono erogate oltre 100.000 prestazioni (visite mediche, visite psicologiche, colloqui, ecc.): oltre 35.000 da parte di medici e psicologi e quasi 65.000 da parte di altro personale qualificato. Rilevanti anche i dati specifici del Centro per i Disturbi del Comportamento Alimentare che dal 2009 al 2014 ha registrato oltre 1100 pazienti e il numero medio di 200 cartelle cliniche aperte e 3500 prestazioni erogate all’anno. I pazienti afferenti sono in buona parte casi di anoressia (41%) e bulimia (27%) in età ampiamente compresa sotto i 25 anni. Presso lo specifico centro diurno aperto nel 2013, gli ospiti sono stati 28 nel 2014 e sono 14 in questi primi 6 mesi del 2015.

“La crisi economica e sociale di questi anni – spiega Favaretto -  ha lasciato un segno profondo nella società civile, determinando difficoltà non solo di tipo economico ma anche emotivo e personale, di sofferenza delle famiglie e dei soggetti più fragili. Le conseguenze socio sanitarie sono complesse e dalla importante ricaduta nella comunità. L’attività dei servizi per la salute mentale segnala in modo sempre più netto alcune figure rappresentative. Penso a giovani che sono esposti a fattori di rischio come uso di sostanze che provocano dipendenze, isolamento sociale o mancanza di motivazioni e di opportunità; con una rete sociale e valoriale sempre più fragile, si acuiscono le difficoltà emotive, collegate al mondo della scuola o alla difficoltà di un inserimento professionale, fino a sfociare in alcuni casi di depressione, di disturbi del comportamento alimentare e, per le situazioni più' gravi, nell' esordio di disturbi mentali più importanti. Abbiamo poi casi di persone sole o emarginate da una realtà socio economica degradata, persone che in seguito al venir meno di un ruolo sociale (lavoro, disponibilità economica, difficoltà a provvedere alla famiglia) sviluppano una profonda crisi emotiva con conseguenze talora drammatiche legate all'isolamento e alla difficoltà ad avere prospettive. Ci sono donne che trovano sempre maggiori difficoltà, a fronte di un indebolimento della rete sociale a svolgere il ruolo di madre e di riferimento per la famiglia che si sentono sole o lasciate tali di fronte a un nuovo figlio, e sviluppano così depressione o drammatiche situazioni di passività”. “Di fronte a casi simili, spesso le famiglie hanno ancora timore o difficoltà a rivolgersi agli specialisti o al servizio competente – prosegue Favaretto - e questo di fatto ancora oggi costituisce un problema ai fini di un intervento precoce ed efficace. Spesso su queste figure pesa il pregiudizio sulla loro condizione di crisi emotiva, il che determina ulteriore isolamento sociale e quindi aggrava le difficoltà. E’ necessario che tutti capiscano che sono persone che hanno la necessità di essere supportate per uscire dal giro vizioso del loro isolamento sempre più radicale. Senza la condivisone della comunità tutta, delle istituzioni, della rete formale ed informale non è possibile trovare soluzioni efficaci  e superare  i pregiudizi e la complessità di tutte queste storie di vita che si rischia di ricondurle alla follia con la necessità di confinarla, differenziarla  ed escluderla. In questo c’è tutto l'impegno della ULSS 9 , in collaborazione con partner istituzionali e le associazioni degli utenti e dei familiari, nel promuovere sul territorio trevigiano la sensibilizzazione ai temi della salute mentale”.

LE GIORNATE Il programma delle Giornate è stato presentato oggi a Treviso dal Direttore generale dell’Azienda Ulss 9 Giorgio Roberti, il Direttore dei Servizi Sociali e Funzione territoriale Ubaldo Scardellato, dal Presidente della Conferenza dei Sindaci Paolo Speranzon. Nel complesso del Museo di Santa Caterina sono previste tavole rotonde su crisi e mass media, mostre sulla storia e sul presente dei servizi,  testimonianze di  esperienze  che rendono le persone protagoniste, film e concerti. Nell’attualità del centenario della Grande Guerra, vi sarà anche una conferenza di rilevante interesse storico sociale sui militari e i civili ricoverati al manicomio di Sant’Artemio durante quel conflitto. Nell’intenzione degli organizzatori si tratta non di eventi celebrativi ma della promozione di una cultura positiva e propositiva per una comunità attenta e  inclusiva anche per chi ha un disturbo mentale. 

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