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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Casier / Viale delle Industrie

Dosson, precipita da un tetto, operaio 34enne muore sul colpo

Tragico infortunio sul lavoro poco dopo le 13 in zona industriale. Sul posto i medici del Suem 118 che non hanno potuto far nulla per salvargli la vita. Sull'episodio indagano i carabinieri e il nucleo Spisal

CASIER Tragico incidente sul lavoro nel primo pomeriggio di mercoledì, poco dopo le 13, nella zona industriale di Dosson di Casier, in via delle Industrie, presso la sede di un'azienda in cui erano in corso dei lavori di ristrutturazione, la Tde Vending. A perdere la vita un operaio di 34 anni, Shala Shukri, residente in via Noalese a Treviso e originario del Kossovo: l'uomo, dipendente di un'azienda edile esterna e padre di due bimbi, è precipitato dal tetto del capannone, da un'altezza di circa quattro metri. Il decesso è sopraggiunto a causa delle gravissime lesioni riportate nella caduta: inutili i soccorsi da parte del Suem 118. Sul posto intervenuti i carabinieri e gli uomini del nucleo Spisal che ora indagano sull'episodio.

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“Sono già 24 dall’inizio dell’anno i morti sul lavoro in Veneto, un dato quantomeno angosciante, un avera piaga. La riduzione complessiva delle ore lavorate a causa della crisi non ha comportato una analoga riduzione degli infortuni sul lavoro per cui la tendenza alla diminuzione registrata lo scorso anno è un effetto ottico. Gli incidenti, invece, aumentano e in particolare quelli gravi”. A riportarlo è Nicola Atalmi della segreteria provinciale della CGIL trevigiana con delega alla sicurezza sul lavoro, che nell’esprimere le condoglianze ai familiari dell’operaio kosovaro mancato oggi a Dosson lancia l’allarme. “Oggi è toccato a un giovane operaio di origini kosovare caduto da un capannone in ristrutturazione, il mese scorso a un ventenne operaio trevigiano in trasferta in Emilia. A gennaio una donna imprenditrice a Cimadolmo – elenca i tragici fatti l’esponente CGIL”. “È inammissibile che sul tema della sicurezza sul lavoro si facciano passi indietro - tuona Nicola Atalmi -. Ed è inaccettabile che il periodo di crisi sia da alibi per mancare nel rispetto delle norme sulla sicurezza. Le parti sociali lo denunciano da tempo e chiedono a gran voce che si moltiplichino l’impegno e le iniziative per mettere in sicurezza il lavoro. C’è il sospetto - conclude Atalmi - che mentre le imprese maggiori abbiano ormai introiettato come valore il tema della sicurezza e salute nel posto del lavoro, esistano invece migliaia di piccole aziende e settori produttivi interi dove le norme e la prevenzione sono sconosciute”.

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