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Cronaca Villorba

Fondamentalista islamico espulso dalla Marca: «Un pericolo per la sicurezza»

Florian Saraci, 32enne albanese residente a Villorba, è stato espulso dall'Italia. La Digos lo controllava da due anni. Di recente era stato condannato per atti persecutori contro la moglie e la figlia

Era controllato dalla Digos già a partire dal 2017 quando, dopo la separazione dalla moglie, aveva cambiato aspetto fisico, facendosi crescere una folta barba ed era diventato più schivo a lavoro, evitando il contatto con le colleghe donne.

Anche in famiglia i problemi erano sempre stati all'ordine del giorno, in particolar modo con la moglie per motivi religiosi e con la figlioletta spesso maltrattata. Tutti indizi che avevano portato gli investigatori a pensare che Florian Saraci, 32enne albanese residente a Villorba, fosse al centro di un processo di radicalizzazione islamica nell'ambito delle associazioni di stranieri in provincia di Venezia. Condannato alla pena di un anno per atti persecutori nei confronti della moglie a febbraio 2019, ieri sera, mercoledì 4 dicembre, l'uomo è stato imbarcato su un volo diretto a Tirana dopo che il prefetto di Treviso ha disposto l'espulsione dell'uomo dal territorio nazionale, revocandogli il permesso di lunga durata. L'uomo è stato infatti ritenuto pericoloso per l'ordine e la sicurezza pubblica.

Nel video le dichiarazioni del Questore di Treviso, Vito Montaruli

L'attività investigativa

L’attività investigativa della Digos di Venezia ha permesso di riscontrare che parallelamente ad un cambiamento caratteriale, l'uomo aveva mostrato anche una progressiva regressione nei rapporti interpersonali di lavoro, evitando in particolare di relazionarsi con le colleghe se non obbligato, fino a rassegnare le dimissioni nel marzo 2018 dal lavoro di muratore. Con la moglie i rapporti erano sempre tesi e la donna era giunta a denunciare l'uomo per il reato di atti persecutori. Di recente l'uomo era finito a processo per stalking. La ragione dei litigi riguardavano in particolar modo la fede religiosa del marito, che costringeva la moglie a frequentare la moschea e ad indossare solo abiti da lui ritenuti adeguati alla religione islamica. Il Ggip del tribunale di Treviso aveva disposto la misura della custodia cautelare in carcere per il reato di atti persecutori nell’agosto 2018, eseguita dal personale della squadra mobile di Treviso, cui ha fatto seguito la sentenza di condanna.

Espulso dall'Italia

Considerato attentamente il quadro nel suo insieme, l'ufficio immigrazione della questura di Treviso, su impulso delle questure di Venezia e Treviso, ha proposto al prefetto l'adozione nei confronti del cittadino albanese del provvedimento di espulsione dal territorio italiano. Provvedimento portato a termine, per l'appunto, nella tarda serata di ieri, mercoledì 4 dicembre.

Il commento di Silvia Rizzotto

«Mi spiace dover essere così franca e schietta, ma i fatti oggettivi di questa vicenda, insieme a quelli di tanti altri casi di cronaca aventi per protagonisti soggetti convertitesi alla religione islamica, mi fanno pensare sempre di più a una cosa: l'islamizzazione non porta a niente di buono. E quando questo succede specificatamente nel nostro Paese, ne rimettono la sicurezza dei cittadini in primis ed il rispetto della nostra cultura sociale. Bene, quindi, anzi benissimo, i Decreti Sicurezza varati da Matteo Salvini e ancora meglio che l'albanese radicalizzato abbia lasciato il nostro Paese».

Sono le parole di Silvia Rizzotto, capogruppo della Lista Zaia, per commentare l'espulsione di un cittadino albanese, convertitosi all'Islam, per il quale il Prefetto di Treviso ha emesso un decreto di espulsione, in quanto considerato un potenziale terrorista. «Apprendiamo, in questa vicenda, che il soggetto espulso era anche diventato già nei mesi scorsi violento ed impositivo con la moglie, costringendola a frequentare moschee e luoghi di culto o islamici e ad adottare un abbigliamento consono solo a quello stile di vita; ebbene: quante altre volte abbiamo letto di donne musulmane, native o convertitesi per amore, trattate in questo stesso becero modo? E così come quante altre persone, maschi o donne, dopo aver giurato fedeltà alle usanze e tradizioni islamiche, sono partiti alla volta delle Terre "radicalizzate" per combattere una guerra religiosa ed uccidere cristiani in giro per il mondo? E non ultimo e non meno importante: attentati terroristici studiati a tavolino, contro l'Italia e contro il Paese che queste persone le ha ospitate ed ha dato loro calore ed accoglienza. Lo dico amareggiata, ma parliamo, purtroppo, di un modo di concepire la vita, la società e la religione diametralmente opposto al nostro, mirato alla violenza e alla sopraffazione - Rizzotto chiude con un riferimento sarcastico all'attuale Governo - Vedo che ogni tanto il non pervenuto Ministro Lamorgese "batte un colpo" e ci ricorda la propria presenza; val bene la pena di ricordare, però, come il Governo giallorosso ad oggi non abbia fatto altro che applicare i Decreti Sicurezza voluti così tenacemente ed a buon diritto da Matteo Salvini. Proprio quei decreti sicurezza che la sinistra oggi al Governo vorrebbe cancellare con tanta ostinazione, a spregio della sicurezza di tutti i cittadini, solo per partito preso, a favore magari dello Ius Soli. Quando sappiamo bene noi e loro tutti, che certe persone non potranno mai essere italiane nella cultura e nella abitudini. Neppure se glielo scrivono sulla carta d'identità».

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