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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Evasione, Barbiero: “I Comuni trevigiani fanno poco o nulla”

L’appello del Sindacato pensionati della CGIL: “Contrastare l’evasione fiscale e tributaria comporterebbe maggiori introiti da destinare al sociale e alla contrazione della stessa pressione fiscale”

TREVISO “Neppure 200mila euro in quattro anni. Dal 2013 al 2016 le somme recuperate dalla lotta all’evasione fiscale e tributaria promossa dai Comuni della Marca rappresentano una goccia nel mare. Anche alla luce delle sofferenze che le casse municipali vivono a causa dei tagli ai trasferimenti statali e regionali, il dato è segnale di un’indiscussa disaffezione delle nostre Amministrazioni comunali a intervenire su questo fronte”. A puntare il dito è Paolino Barbiero, segretario generale SPI CGIL di Treviso, che, numeri alla mano, denuncia l’inerzia nell’azione di segnalazione e recupero dell’evasione. “Con senso civico e della legalità, i nostri amministratori locali collaborino con chi è deputato perché chi deve pagare paghi; così facendo i trevigiani onesti potranno essere alleggeriti dalla pressione fiscale e tributaria”.

“I bilanci dei Comuni sono da anni in sofferenza, in particolare da quando i trasferimenti dallo Stato e dalle Regioni hanno subito tagli rovinosi per le risorse degli Enti del territorio. Di conseguenza - spiega il segretario dei pensionati della CGIL di Treviso - i nostri amministratori locali sono costretti a comprimere la spesa destinata ai servizi, a gestire in forma associata le funzioni fondamentali loro assegnate e a razionalizzare l’attività amministrativa per rendere compatibile gli impegni con le risorse disponibili”.

“Una scelta possibile a sostegno delle casse comunali, che è anche un dovere dal punto di vista della legalità e della giustizia sociale, è il recupero dell’evasione fiscale e contributiva - puntualizza Paolino Barbiero -. Un’attività incoraggiata dalla normativa nazionale nel prevede il riconoscimento, ai Comuni che partecipano all’accertamento, di una quota delle somme recuperate. Gli ambiti di azione, insieme ad Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza - illustra Barbiero -, fanno capo a un paniere di tributi comprendente IRPEF, IRES, imposte di registro, ipotecarie e catastali e, in collaborazione con l’INPS, l’attività di contrasto al lavoro sommerso”.

“Nella realtà dei fatti, purtroppo la maggior parte dei comuni si disinteressa all’azione di monitoraggio nonché di recupero (in Veneto nemmeno il 10% - 54 Comuni su oltre 570). E la provincia di Treviso non è da meno in questa corsa al ribasso: nei quattro anni considerati solo 15 comuni su 95 e neppure il capoluogo. Complessivamente 198.799 euro - riporta Barbiero - è una cifra risibile se paragonata alle altre voci dei bilanci dei nostri Comuni e alla riduzione delle poste destinate al sociale, e in particolare se rapportata all’economia del nostro territorio, storicamente afflitto dalla cultura dell’evasione e della disobbedienza fiscale”.

Tre i Comuni che hanno aderito concretamente alla lotta all’evasione e hanno registrato entrate per tutti i quattro anni: Carbonera che con 44.599 euro sale sul gradino più alto, seguito da Monastier (43.046 euro) e Ponzano Veneto (22.870 euro). In coda alla classifica Breda di Piave con 50 euro (nel 2014), Sernaglia della Battaglia con 100 euro (nel 2015), Montebelluna con complessivi 200 euro (nel 2013 e 2014) e Oderzo con un totale di 333 euro (nel 2014 e 2015). “I nostri amministratori - attacca Barbiero - hanno il dovere di impegnarsi non solo a parole ma nei fatti. Inutile lamentare poi, anche dentro il prezioso contesto della contrattazione con le organizzazioni sindacali, l’insufficienza di risorse da destinare al sociale e al contenimento dell’imposizione locale. Più giustizia, infatti - sottolinea Barbiero -, rappresenterebbe un aiuto alle fasce deboli e maggiore equità, ma anche una forma di reale autonomia, tanto se ne parla”.

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