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Cronaca

Evasione fiscale e bancarotta, arrestati marito e moglie

Operazione della Guardia di Finanza di Padova. In manette Plinio Pilotto, 61 anni, e la moglie Arlette Zampieron, 57 anni, di Loria. Sette persone indagate, sequestrati 28 immobili per un valore di 3,6 milioni di euro

Due imprenditori trevigiani, marito e moglie, Plinio Pilotto, 61 anni, e la moglie Arlette Zampieron, 57 anni, residenti a Loria, sono stati arrestati all'alba di giovedì mattina dalla Guardia di Finanza di Cittadella. Entrambi sono indagati, insieme ad altre cinque persone (tra cui i figli, uno residente con i genitori a Loria, un secondo che vive a Castelfranco, il fratello di Arlette Zampieron che vive a Mirano, un collaboratore a Verona e un altro a Campo San Martino), per bancarotta fraudolenta per distrazione e sottrazione fraudolenta dal pagamento delle imposte. Eseguite, nelle province di Padova (il capoluogo, Abano Terme e Campo San Martino), Treviso (il capoluogo, Loria, Castello di Godego e Castelfranco Veneto), Verona (il capoluogo, Villa Franca di Verona e Sona) e Venezia (Mirano), sette perquisizioni nei confronti degli indagati e dei luoghi nelle loro disponibilità.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Padova, hanno consentito di acquisire un importante quadro probatorio a supporto, oltre della misura cautelare personale, anche di quella reale, tanto da porre sotto sequestro ben 22 immobili (del valore complessivo di circa 3 milioni di euro), facenti parte di un complesso immobiliare e sottratti dalla procedura fallimentare, nonché altri sei immobili sui quali è stato apposto il vincolo cautelare a garanzia di debiti erariali per oltre 600mila euro. Nel corso delle perquisizioni sono stati rinvenuti e subito sottoposti a sequestro anche 12 mila euro in contanti e un Rolex. L’attività̀ in argomento scaturisce da complesse indagini condotte dalla Compagnia di Cittadella nei confronti di 3 società, di cui 2 G.E.I.E. (Gruppo Europeo di Interesse Economico) di diritto maltese, e una SRL operanti nel settore della costruzione di edifici residenziali. Le complesse investigazioni di polizia economico-finanziaria hanno messo in luce un indebito utilizzo dell’istituto del G.E.I.E., entità giuridica di diritto europeo composto da società di due Paesi europei che non ha scopi di lucro e che ha la finalità di consentire ai propri membri di sostenersi a vicenda nella realizzazione di progetti imprenditoriali, attraverso il quale venivano schermati i patrimoni dalle procedure concorsuali e/o di recupero erariale.

Infatti, con tale modus operandi il gruppo criminale aveva conferito al GEIE A. i 22 immobili (ora sequestrati) della società Z. SRL, nel frattempo fallita. Il GEIE A., a seguito dell’avvio di un’attività ispettiva nei suoi confronti da parte dell’Agenzia delle Entrate, li aveva poi trasferiti a sua volta al GEIE E.. I due dominus del sistema fraudolento si avvalevano di altri 5 soggetti, 3 dei quali a loro legati da vincoli di parentela, i quali collaboravano nella gestione del patrimonio immobiliare sottratto alle procedure di recupero. Proprio il non genuino scopo dell’operazione immobiliare architettata dai coniugi Pilotto  e dai relativi familiari e/o collaboratori non è passata inosservata agli investigatori: analizzando i contratti e i conti correnti, è stato appurato che gli indagati avevano, in buona sostanza, ceduto solo formalmente i beni a due GEIE e a colui che ne era formalmente l’amministratore, mentre in realtà continuavano ad avere un potere di ampia gestione diretta del patrimonio immobiliare e anche dei relativi proventi derivanti dal loro sfruttamento economico.

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