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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Fonte

Dalla Marca alla Siria: ecco la storia di Sonia, combattente a soli 20 anni per l'Isis

La giovane ha due bambini piccoli e ha da poco perso il marito, ucciso in combattimento. Scovata in un campo profughi siriano, indossa il burqa e ora vorrebbe tornare in Italia

FONTE Ha 21 anni e due figli piccoli, da poco ha perso il marito ucciso in combattimento ed è una miliziana dell'Isis. Lei è la 21enne Sonia Khediri, originaria di Onè di Fonte (dove i genitori si sono trasferiti trent'anni fa dalla Tunisia) e ormai da oltre un anno in Siria per stare a fianco della nota organizzazione jihadista. La sua  scomparsa improvvisa dalla Marca per arruolarsi nel Medio Oriente aveva destato molto scalpore, sia a livello locale che nazionale, ma fino a qualche giorno fa se ne erano perse completamente le tracce.

Come però riporta il "Corriere del Veneto", grazie allo scrupoloso lavoro die due giornalisti italiani, la ragazza è stata scovata in un campo profughi siriano a Ein Hissa, pochi chilometri dalla semidistrutta Raqqa, che ospita oltre duecentomila sfollati. Qui Sonia indossa il 'burqa', unica tra le tante donne europee che hanno sposato i guerriglieri Daesh negli ultimi anni. Non sta però insieme alle altre spose combattenti, circa un centinaio alloggiate poco distante, forse perchè il suo desiderio, ora nemmeno troppo nascosto, è quello di tornare in Italia per dare un futuro ai suoi figli.

La zona dove si trovano ora, infatti, è fortemente pericolosa e solo nell'ultima settimana sono avvenuti due sanguinosi attentati. Intere aree della città di Raqqa sono state poi minate dall'Isis e i ponti sul fiume Eufrate sono stati distrutti e il solo modo per attraversarlo, ora, è quello di utilizzare delle zattere. Una situazione complicata quindi per crescere due bimbi, anche considerando che fino a poco tempo fa nella città vivevano oltre un milione e mezzo di persone, quando adesso ne rimangono poco più di 140mila. Sonia però è stata più fortunata di altre: inizialmente era quasi segregata in casa per adempiere alle faccende domestiche e solo in un secondo momento ha potuto girare liberamente per la città, scoprendo così gli orrori di quella guerra di cui sentiva solo i rumori o le voci. E proprio questa libertà la portò a vedere, per la prima volta, un'esecuzione nella piazza locale dove venivano persino lasciati i cadaveri dei nemici appesi a dei pali. 

La 21enne trevigiana, però, aveva già potuto respirare il clima di guerra nel 2015, quando dalla Turchia entrò appenna maggiorenne in Siria dopo il matrimonio e il primo parto grazie ad un trafficante d'uomini. Lì, nella nota città di Gaziantep, assistì addirittura ai caroselli di festa per le vie cittadine dopo il sanguinoso attentato al Bataclan di Parigi dove perse la vita la giovane veneziana Valeria Solesin e dove venne ferito gravemente l'ex giocatore del Mogliano Rugby Aristide Barraud. Il desiderio di un mondo perfetto e giusto dove vivere secondo le regole del Corano si scontrò quindi per presto con la cruda realtà di tutti i giorni.

Scappata di notte e ancora minorenne dal Veneto, da quel giorno Sonia non ha più nemmeno sentito e di conseguenza visto i genitori rimasti a Fonte e che avevano in tutti i modi provato a farla desistere e a impedirle di usare il burqa. Inoltre, da quel momento la giovane non ha nemmeno più avuto contatti con persone di origine italiana, ma al massimo con francesi. Nonostante questo, l'idea di vivere in completo stile islamico le ha permesso di continuare la sua vita come nulla fosse, almeno fino a quando il marito non è stato ucciso da un bombardamento proveniente da un drone. A quel punto, sola e con due bambini, è fuggita e ora vorrebbe tornare nella Marca. Scappare però non è semplice, costa moltissimo denaro e non c'è alcuna garanzia di sopravvivenza. Una situazione quindi difficile da cui uscire, ma come si suol dire: "la speranza è l'ultima a morire".

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