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Cronaca

Furti di nidi in Trentino, arrestati due bracconieri trevigiani

L'indagine del Corpo Forestale provinciale e dei carabinieri porta alla luce un traffico di 10mila uccelli catturati e venduti al mercato nero. Coinvolti un 50enne di Godega e un 61enne di Vittorio Veneto, pizzicati con 83 esemplari

Rapiti dal nido e rivenduti come uccelli da richiamo, o da esposizione. E' partita dalla Guardia Forestale provinciale del Trentino l'operazione antibracconaggio portata a termine con la  collaborazione dei carabinieri di Veneto, Toscana, Emilia Romagna e Lombardia. L'operazione ha permesso di scardinare un'organizzazione dedita al commercio di uccelli, nati in libertà e ridotti in cattività, nel mercato nero del Nord italia. Sette le persone arrestate.

Un giro che avrebbe assicurato ai bracconieri cifre importanti: tra i 250 ed i 300 euro l'uno, per un totale di circa 10.000 esemplari. L'indagine ha preso le mosse dall'arresto di un bracconiere a Meezzolombardo nell'autunno 2018. Un'attività completamente illecita, fin dalle modalità con le quali i bracconieri si procacciavano la "merce" da rivendere, andando a prelevare direttamente i nidi da boschi e vigneti. Gli uccelli venivano poi messi in scatole di cartone e rivenduti in tutto il Nord Italia.

Ad essere arrestati (ora si trovano ai domiciliari) nell'ambito di questa indagine anche un 50enne di Godega, Alessandro Lavina, e un 61enne di Vittorio Veneto, Maurizio Pasini, pizzicati con 83 esemplari tra cui 16 tordi, 51 merli, 15 ciuffolotti e un crociere. I due sono accusati di aver acquistato, lo scorso 24 novembre, avifauna selvatica per poi rivenderla. La loro posizione è stata stralciata e trasmessa èer competenza alla Procura di Treviso.

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