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Cronaca

Omicidio premeditato, il killer di Irina va al giudizio immediato

Il gip ha accolto la richiesta del Pm fissando al 5 di settembre l'udienza di comparizione di Savciuc, a cui è stata contestata anche la premeditazione

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TrevisoToday

TREVISO Subito a processo e per omicidio premeditato. A conclusione delle rapide ma scrupolose indagini preliminari, il Pubblico Ministero della Procura di Treviso titolare del procedimento, dott.ssa Mara Giovanna De Donà, venerdì scorso, 23 giugno 2017, ha presentato richiesta al Gip di giudizio immediato nei confronti di Mihail Savciuc, il 19enne di origine moldava residente a Conegliano che il 19 marzo scorso ha strangolato l'ex fidanzata e connazionale di vent'anni Irina Bacal, incita al settimo mese di un bimbo che era anche suo, come ha confermato l'esame del Dna. Istanza che il Giudice per le Indagini Preliminari, dott. Bruno Casciarri, ha ritenuto di accogliere in toto, fissando l'udienza di comparizione dell'imputato, assassino reo confesso, per martedì 5 settembre, alle ore 9, in Corte d'Assise a Treviso.

L'altro elemento rilevante delle richiesta (e del decreto) di giudizio immediato riguarda la premeditazione che, coerentemente con gli elementi assunti dalle varie perizie, è stata contestata al giovane moldavo. La Procura si era orientata fin dall'inizio su questa tesi, che è stata poi corroborata da riscontri inequivocabili, in primis dagli inquietanti risultati dell'indagine sul cellulare dell'imputato affidata all'ingegner Nicola Chemello, un esperto di informatica forense. E' emerso come il giorno dell'omicidio, fin dal primo mattino, Savciuc avesse effettuato insistite ricerche su internet su come si possa uccidere una persona, una delle quali riguardava espressamente la modalità “a mani nude”, come poi sarebbe avvenuto: l'autopsia ha stabilito che la morte di Irina è stata dovuta ad asfissia da compressione esterna delle vie aeree per strozzamento, che la vittima è stata prima colpita e tramortita almeno due volte con un corpo contundente voluminoso e irregolare (di qui la profonda ferita alla guancia destra) e che ha anche cercato disperatamente di sottrarsi alla furia del suo carnefice, essendo presenti nel cadavere segni di colluttazione violenta e tentativi di difesa.

Non solo. A Savciuc viene contestata anche l'aggravante di aver commesso il misfatto, oltre che con premeditazione, “per motivi abbietti individuati nella volontà di non riconoscere come proprio il figlio che la vittima portava in grembo, nei confronti di una donna incinta e in circostanze di tempo e di luogo (ora notturna e luogo isolato) tali da ostacolare la privata e pubblica difesa” per citare l'atto del Pm. Infine, l'assassino dovrà rispondere anche di occultamento di cadavere avendo nascosto il corpo della ragazza “sotto uno spesso strato di rami e foglie secche”: è stato lui stesso, dopo aver confessato il delitto, a indicare agli inquirenti il boschetto di Formeniga di Vittorio Veneto dove aveva sepolto la sua ex fidanzata.

“E' chiaro che la premeditazione andrà poi dimostrata e vagliata in sede dibattimentale, ma non possiamo che cogliere con favore questa linea decisa attuata dalla Procura, sia come tempi sia per l'impegno a far pagare all'assassino per intero il cruento crimine che ha architettato e perpetrato – commenta l'avvocato del foro di Treviso Andrea Piccoli, che assiste la famiglia della vittima e con cui collabora anche Studio 3A, società specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità in ogni genere di sinistro, a tutela dei diritti dei cittadini - La mamma di Irina e i suoi familiari invocano una giustizia giusta e rapida e questi provvedimenti vanno indubbiamente nella direzione auspicata”.

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