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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Vicolo della Serenissima

Home Festival, responsabile Sziget invita trevigiani a difenderlo

Giulio D'Angelo, responsabile relazioni internazionali "L'Alternativa - Sziget Italia", risponde alla lettera aperta di Amedeo Lombardi invitando i trevigiani a difendere l'Home Festival

L'Home Festival continua a far parlare di sè. Dopo la lettera aperta dell'organizzatore del Festival, Amedeo Lombardi, alle istituzioni e l'ipotesi che la kermesse possa lasciare la sua culla, arriva la replica di Giulio D'Angelo, responsabile relazioni internazionali “L'Alternativa - Sziget Italia”, che invita i trevigiani a difendere l'Home Festival.

LA LETTERA - "Collaboro e lavoro da quasi un ventennio al Sziget Festival di Budapest, il più grande Festival di culture giovanili d'Europa, appena premiato con il prestigioso 'Best european major festival award - scrive D'Angelo - E’ stato per me un onore contribuire ed assistere alla crescita di un grande evento che negli anni è diventato la principale attrazione turistica della nazione, ha portato la città di Budapest a notorietà, coinvolgendo centinaia di migliaia di giovani da ogni parte d'Europa".

"Uno dei nostri partner privilegiati in Italia è l'Home di Treviso, una scelta derivata dalla serietà e dalla professionalità che dal primo incontro abbiamo riscontrato negli organizzatori. Avendo letto la lettera di Amedeo Lombardi, mi piace inviare alcune mie considerazioni", continua.

QUATTRO EURO PER UNO - "C'è una equazione più volte enunciata e mai smentita: per ogni euro investito da una comunità in fatti di cultura ne tornano quattro - scrive D'Angelo ai trevigiani - La veridicità di questa affermazione a voi della Marca dovrebbe essere ben chiara viste le tante attività che hanno visto coinvolta la vostra città, dalle grandi mostre d'arte agli spettacoli di teatro, e ancor più vi è chiaro dopo il franco successo di pubblico dell'appena trascorso Home Festival; non solo un successo artistico ma un successo che ha coinvolto tutti i comparti economici trevigiani, dalla ricezione alberghiera, alle attività di ristorazione, dal  benzinaio all'edicolante. Per me, questi giorni a Treviso sono stati anche un esempio di quello che si può fare, e bene, in Italia. E quel che si potrebbe fare ancor meglio".

MANCA UN VERO FESTIVAL - "In Italia manca un vero festival, che sia happening e non un mero assieme di concerti - osserva D'Angelo - In Italia manca un 'vero' grande festival musicale simile al nostro Sziget ma anche ai tanti festival che costellano tante realtà dell'Europa del Nord e delle isole britanniche; un festival dove gente da tutto il mondo possa creare per un periodo più o meno breve una comunità che vive insieme 24 ore al giorno, che si diverte ma anche impara, si apre a nuove esperienze, è parte attiva e non solo passiva di un evento, che contagia col suo entusiasmo e col suo vissuto anche i cittadini che ospitano l'evento".

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TROPPO DIFFICILE? - "Questa carenza fa sì che ogni estate si assista ad una pacifica migrazione di migliaia di giovani italiani che vengono al Sziget, vanno a Glastonbury, all'Exit di Novi Sad o ad uno i tanti festival tedeschi. E in Italia? - si chiede D'Angelo - Chiunque lavori in ambito musicale dice che 'è impossibile, troppe spese, troppa burocrazia, troppa aleatorietà delle normative e degli obblighi e quindi troppi costi aggiuntivi rispetto ad altre nazioni'. In più, troppo poco coraggio di imprenditori e potenziali sponsor, impossibilità di far programmi a lunga o media scadenza, poca predisposizione delle comunità a sopportare qualche disagio logistico a fronte di indubbi ritorni economici e di immagine. Tutto vero, purtroppo: realtà vera, ma non immutabile".

TREVISO PUO' FARCELA - "Ecco, se penso all'Italia, se penso ad un posto dove quanto appena detto si possa smentire, quello è proprio Treviso, è proprio l'Home Festival - spiega D'Angelo - Cosa ci vuole per rendere l'Home Festival, la città di Treviso, la sede del vero e grande festival italiano? Siete avvantaggiati: i vostri luoghi son bei luoghi, con le necessarie infrastrutture: luoghi pieni di storia e di cultura che ancor più rendono attrattivo un qualsiasi evento si vada a proporre. Più spazi, un'area  attrezzata di campeggio, una maggior connessione con la città e il territorio, una partecipazione ancor più forte delle realtà imprenditoriali locali, un approccio 'amichevole' con gli ospiti".

"Tutto questo più un ultimo elemento indispensabile: autorità amiche e coinvolte, autorità cui ormai non si debbano più chiedere contributi e 'patrocini onerosi' ma disponibilità a rimuovere i tanti lacci e lacciuoli che obiettivamente ostacolano l'agire di chiunque in Italia voglia lavorare, non solo in campo d'arte e di cultura".

"Troppo, poco, impossibile? - si chiede infine D'Angelo - Mi piacerà scoprirlo nei prossimi anni. Auspico che se qualcuno dovrà superare i numeri, i record e gli attestati del 'mio' Sziget Festival, siate voi, sia il vostro festival, sia la vostra città".

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