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Mercoledì, 17 Aprile 2024
Cronaca

Impiegato comunale finito sotto inchiesta per peculato

Ca' Sugana ha aperto un'inchiesta interna su un impiegato accusato di peculato. L'uomo avrebbe sottratto alle casse comunali i soldi dei certificati rilasciati all'anagrafe

È sotto inchiesta un impiegato di 50 anni del Comune di Treviso, con l’accusa di aver intascato i soldi dei certificati che rilasciava allo sportello dell’ufficio anagrafe, in piazza Rinaldi. Non è chiaro a quanto ammonti il gruzzolo messo da parte dal dipendente comunale, e in attesa si ulteriori accertamenti l’uomo è stato trasferito in altra sede.

La Giunta ha deciso di adottare una linea morbida, anziché optare per il licenziamento, non solo per la presunzione di innocenza fino a un’eventuale condanna definitiva, ma anche per le serie di ripercussioni legali relative al contratto collettivo del lavoro, se il Comune decidesse di adottare un procedimento disciplinare prima del risultato delle indagini. Nel frattempo, però, Ca’ Sugana ha aperto un’inchiesta interna.

Per il momento sembra che la somma sottratta dall’impiegato alle casse comunali sia di circa mille euro, ma la cifra si riferisce al solo biennio 2010-2011. Ricercando indietro nel tempo potrebbero emergere altri ammanchi e il buco potrebbe arrivare ai tremila euro.

Mentre si attendono gli esiti dell’inchiesta, all’impiegato è stata formalizzata la contestazione degli addebiti. Nei giorni scorsi il cinquantenne è stato convocato. Nei suoi confronti sono stati avviati due procedimenti distinti, ma destinati a incrociarsi: uno penale, condotto dalla magistratura e uno disciplinare, interno a Ca’ Sugana, che verrà poi sospeso per recepire le conclusioni giudiziarie.

Fino alla fine del procedimento penale l’uomo lavorerà in un altro ufficio. Qualora venissero accertate le sue responsabilità, il cinquantenne rischia il licenziamento o, in alternativa, la sospensione o lo spostamento definitivo in un altro ufficio.

Le indagini hanno avuto inizio, in sordina, a fine estate, dopo che un funzionario aveva segnalato delle anomalie nel sistema di registrazione dei certificati. Per intascarsi i soldi, il dipendente comunale accusato, avrebbe adottato un trucco piuttosto elementare: quando rilasciava dei documenti a pagamento agli immigrati, anziché depositare i soldi in cassa, li teneva per sé e annullava il certificato appena emesso, in modo che non risultasse più richiesto.

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