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Anteprima Home Festival 2015: intervista ai trevigiani Airway

Un nuovo disco in uscita il 16 ottobre e un concerto che vale una carriera intera sul palco dell'Home Festival. La nostra intervista agli Airway, la band nata dai Maidaiuto

TREVISO Mancano poco meno di due settimane all'inizio dell'Home Festival, uno degli eventi musicali più attesi d'Italia che quest'anno porterà a Treviso un programma di livello internazionale. Ad aprire la rassegna, oltre ad artisti del calibro di Interpol e Franz Ferdinand, ci saranno anche gli Airway, unica band trevigiana ad avere l'onore di salire sul main stage della rassegna. Abbiamo avuto il piacere di incontrare il cantante/bassista Valerio Morossi e il chitarrista Sandro Cisolla a pochi giorni dalla loro esibizione e gli abbiamo chiesto di raccontarsi in quest'intervista.

- Ascoltando la musica degli Airway, si nota come ogni  vostro disco non sia mai uguale a quello precedente, anzi, sembra quasi che il passaggio da un genere all'altro (punk, emo-core, pop, rock-alternative) sia necessario per voi. Il 16 ottobre uscirà "Aldilà", il vostro nuovo cd. Cosa si devono aspettare i fan da questo lavoro?
Sandro: Chi ascolterà il nuovo disco potrà sicuramente notare un ennesimo cambiamento nella nostra musica. Quando ne parliamo tra di noi, ci divertiamo a definirlo un disco Anni 90. In realtà non sappiamo se sia stata una scelta voluta, però abbiamo deciso di fondere tra loro i generi più in voga in quegli anni: dal rock alternative, passando per l'emo e arrivando fino al grunge, sperimentando in continuazione e aprendoci a nuove sonorità.
Valerio: Esatto, come disco penso sia un lavoro molto più elaborato rispetto ai nostri precedenti. Sono 11 pezzi, scelti tra i tanti che avevamo composto dopo esserci presi un anno e mezzo di pausa dalle scene. La cosa di cui andiamo più fieri però è il fatto di aver costruito canzoni strutturalmente molto complesse, che all'ascolto riescono a essere subito coinvolgenti e immediate. 

- Dagli esordi con i Maidaiuto, passando per la parentesi di "Respira", fino ad "Aldilà". Quest'anno gli Airway festeggiano dieci anni di carriera. Quando avete iniziato avreste mai pensato di arrivare dove siete oggi?
Sandro: Devo essere sincero, all'epoca in cui abbiamo cominciato non è che mi facessi molte domande a livello personale o su come sarebbe potuta diventare la band. La svolta vera secondo me è arrivata con il primo EP. Da lì poi è partito tutto.
Valerio: Sì, con i Maidaiuto eravamo giovani, suonavamo sempre vicino a Treviso e non avevamo mai troppe pretese, quando invece abbiamo cambiato formazione, decidendo di trasformare la musica nella nostra attività, abbiamo davvero iniziato a dare sempre il massimo in tutto quello che stavamo facendo e alla fine questi sono stati i risultati.

- All'Home Festival aprirete il concerto di Interpol e Franz Ferdinand, ma nella vostra carriera avete suonato come gruppo spalla di tantissime band molto importanti nel loro genere (All Time Low, The All American Rejects e The Used per citarne solo alcune). Potete anticiparci qualcosa sulla scaletta del 3 settembre e quali sono le band ideali con cui vorreste suonare dal vivo?
Valerio: Il concerto all'Home Festival sarà un muro sonoro di otto/nove canzoni. Cinque di queste saranno un'anteprima tratta da "Aldilà" mentre i pezzi restanti saranno classici del nostro repertorio. Band con cui vorrei suonare ce ne sono tantissime, ma senza dubbio tra tutte ti direi i Manchester Orchestra, che negli ultimi mesi sono andato a sentire dal vivo per ben due volte e che stimo moltissimo a livello musicale. Per loro sarei davvero onorato di suonare come gruppo spalla.
Sandro: Il mio sogno adolescenziale invece sarebbe aprire un concerto dei Green Day, non solo per il livello musicale ma proprio perché sono il gruppo con cui sono cresciuto e a cui mi sono ispirato tantissime volte nella mia carriera di musicista. Se dovessi pensare al coronamento della mia carriera sarebbe riuscire a suonare proprio per loro.

- Il 3 settembre sarete l'unica band trevigiana a salire sul main stage dell'Home Festival. Qual è il vostro rapporto con una città come Treviso?
Sandro: Siamo davvero molto felici di essere nati in questa città. Per ogni disco e in quasi ogni tour abbiamo sempre cercato di fissare la prima e l'ultima data dei concerti nella nostra città in cui suoniamo sempre con grande piacere. Al tempo stesso però non ci sentiamo una band locale. Abbiamo sempre voluto fuggire dal tipo di musica che in genere si suona in questa zona per arrivare a una dimensione più nazionale che venga apprezzata in tutte le parti d'Italia e non solo da un gruppo di fedelissimi sostenitori trevigiani. Rispetto ad altre città come Torino, Milano o Roma, Treviso ha una scena musicale in cui non c'è tantissima competizione e quindi se un gruppo di giovani musicisti ha voglia di emergere, con pazienza e costanza ce la può fare. Anche questo è il bello di una città come Treviso.
Valerio: Treviso è una città a cui sono molto legato. Abbiamo avuto la fortuna di crescere negli Anni 90, quando la città viveva una situazione culturale piuttosto florida, in cui se volevi esprimerti avevi i mezzi per farlo e per far conoscere la tua musica. Poi internet e l'avvento dei social network hanno reso tutto il resto più facile. La possibilità di esibirci all'Home è per noi un'occasione unica per cui non smetteremo mai di ringraziare gli organizzatori. La nostra ultima esibizione dal vivo era stata proprio un anno e mezzo fa sul palco dell'Home Bar quindi il 3 settembre sarà come ricominciare da dove ci eravamo interrotti, in una cornice di spessore internazionale.

- Qual è la canzone degli Airway a cui siete più legati?
Sandro: Per quanto mi riguarda, sembra scontato dirlo, ma nel nuovo disco in uscita ci sono un paio di pezzi che sono sicuro mi porterò dietro per tutti gli anni a venire. Se invece devo pensare a una delle vecchie canzoni direi "A caccia di libellule" per l'alchimia che c'è tra musica e testo.
Valerio: Io invece vado sul classico: "Faded Lights" è forse la più scontata, ma essendo la prima è quella che non si scorda mai.

- La vostra canzone "Diagonali" è finita nella colonna sonora della web-serie "Freaks" diretta da Claudio Di Biagio, mentre nel 2013 avete scritto il vostro primo libro intitolato "Dal cuore allo stomaco". Oltre alla musica, quali sono secondo voi le forme d'arte che al giorno d'oggi riescono ad avere più impatto sulle nuove generazioni?
Sandro: Penso che tutta l'arte in generale, se fatta con passione e intelligenza, possa aiutare a risvegliare le coscienze di molti giovani. Indubbiamente però l'arte visuale è quella con il maggiore impatto sullo spettatore. Dalla pittura fino al cinema, tutto ciò che è immagine resta molto più impresso rispetto ad altre forme di comunicazione.
Valerio: Concordo. Amo molto la graphic art e le opere della street art come murales e graffiti. Penso offrano ottimi spunti, a cui le nuove generazioni potrebbero ispirarsi anche solo per il fatto di sentirle molto vicine alla loro realtà. Poi sicuramente la pittura e l'arte visuale hanno una marcia in più rispetto alle altre. 

- Nei vostri concerti continuate a difendere e a sostenere l'idea che le band emergenti debbano sempre aiutarsi e supportarsi a vicenda. Ma arrivati a oggi qual è il messaggio che la musica degli Airway vuole comunicare dopo 10 anni di attività?
Sandro: Il messaggio è quello di invitare i nostri ascoltatori a guardare e a scavare dentro sé stessi. La vita è in fondo una continua ricerca del sé e con la nostra musica vogliamo provare a far riflettere in modo attivo chi ci ascolta, facendolo partire da una sensazione per poi fargli scoprire che le cose di cui parliamo noi sono le stesse che in fondo prova anche lui. Nel nuovo disco ci sono molte canzoni che trattano del tema della morte, ma non in maniera triste, cupa o moralista. Sono delle riflessioni su temi importanti e da non sottovalutare, su cui vogliamo che il nostro pubblico abbia un'opinione attiva, facendolo smuovere dalla chiusura mentale che questa società troppo spesso impone e portandolo a esternare ciò che prova veramente. Questo vorrebbe essere lo scopo della nostra musica.

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