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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Ivan e Silvia, una coppia di trevigiani nelle zone terremotate: "Abbiamo avuto tanta paura"

Ivan Jimenez e Silvia Squarzoni si trovavano in provincia di Ascoli-Piceno quando, nella notte del sisma del Centro Italia, sono fuggiti in strada dopo le forti scosse

TREVISO Pochi istanti, un paio di scosse e la vita che si spezza all'improvviso, senza lasciare scampo alcuno. A giovedì mattina sono purtroppo già 247 (dati in continuo aumento) le persone trovate decedute tra le macerie di Amatrice, Accumuli e Pescara del Tronto in quello che è stato definito il sisma del "Centro Italia" che si è scatenato poco prima dell'alba di mercoledì.

Una tragedia di proporzioni immani, che ha immediatamente però fatto scattare la corsa agli aiuti da parte di tutte le regioni d'Italia e non solo. Tra chi però era nelle zone colpite dal terremoto, troviamo anche Ivan Jimenz e Silvia Squarzoni, una giovane coppia trevigiana che si trovava in provincia di Ascoli-Piceno per un matrimonio ed una vacanza culturale tra le bellezze delle Marche: "Siamo rientrati a Treviso mercoledì pomeriggio e ci siamo subito riposati dopo la pesante nottata passata! È' stata una gran brutta esperienza, ma per fortuna stiamo bene e si è trattato, più che altro, di tanta paura - ci ha raccontato Ivan - Eravamo in un hotel Castel di Lama, un paesino a circa 10km da Ascoli Piceno e quindi abbastanza vicini all'epicentro. Siamo stati svegliati verso le 3.30 dalla prima scossa, che era anche quella più forte. Ci trovavamo tra l'altro all'ultimo piano e quindi l'abbiamo sentita parecchio, tanto che in breve tempo siamo scesi giù assieme ad altri ospiti della struttura e purtroppo per la paura non siamo poi più rientrati: le scosse infatti si sentivano ancora e ci sentivamo più al sicuro all'esterno".

"Fortunatamente l'immobile era stato ristrutturato quattro anni fa e, a parte alcuni calcinacci caduti, qualche crepa e diversi oggetti precipitati al suolo, non ci sono stati danni particolari - continua Ivan - Abbiamo quindi aspettato che si facesse mattina e siamo ripartiti subito per Treviso. Per fortuna dovevamo già tornare nella giornata di mercoledì, perciò abbiamo solo anticipato di qualche ora la partenza. La paura è comunque stata tanta, ma ora stiamo bene, solo stanchi dal viaggio e dalla notte e ovviamente dispiaciuti per tutta quella distruzione che abbiamo visto in televisione una volta tornati a casa. In questi casi davvero si capisce come siamo piccoli di fronte a questi eventi della natura".

Nel frattempo sulla questione sisma è intervenuto anche Francesco Peduto, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi: "In Italia almeno 24 milioni di persone vivono in zone ad elevato rischio sismico. La zona dell’Italia centrale colpita è riconosciuta come ad alto rischio sismico, del resto come la quasi totalità della catena appenninica – ha proseguito Peduto -  da nord a sud. L'altra notte si è mossa una faglia appenninica di tipo distensivo. Ma l’Italia intera, come è noto, è ad alto rischio proprio perché è un paese geologicamente giovane e di frontiera. In generale però il rischio è più spinto lungo l’Appennino e poi meno eclatante man mano che ci si allontana da esso. Ma non ci sono territori totalmente esenti". "

Noi geologi da anni diciamo che in Italia siamo ben lontani da una cultura di prevenzione. Innanzitutto sarebbe necessaria una normativa più confacente alla situazione del territorio italiano. Noi – ha concluso Peduto - proponiamo un fascicolo del fabbricato con una classificazione sismica degli edifici. Fondamentale anche un piano del Governo per mettere in sicurezza tutti gli edifici pubblici. Perché cresca la coscienza civica dei cittadini nell’ambito della prevenzione sismica bisognerebbe cominciare poi a fare anche una seria opera di educazione scolastica – ha concluso il Presidente -  che renda la popolazione più cosciente dei rischi che pervadono il territorio che abitano. Non dimentichiamo che, secondo alcuni studi, una percentuale tra il 20 e il 50% dei decessi, in questi casi, è causata da comportamenti sbagliati dei cittadini durante l’evento sismico ”.

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