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Cronaca Castelfranco Veneto

Libera e giovani di Castelfranco: esperienza nelle terre della Mafia

I ragazzi, insieme a due volontari di Volontarinsieme-CSV Treviso, hanno partecipato ai "Sentieri della Memoria" in compagnia di Don Ciotti

CASTELFRANCO VENETO “Basta commuoversi: è venuto il momento di muoversi”: è una frase del discorso pronunciato da Don Luigi Ciotti durante 'Sentieri della Memoria', una marcia nel cuore dell’Aspromonte, fino a Pietra Kappa, un gigantesco monolito che spunta dai fittissimi boschi. Qui il 25 giugno 2003 venne ritrovato il corpo di Lollò Cartisano, fotografo di Bovalino, l’ultimo sequestrato dalla ’ndrangheta. Portato via il 22 luglio 1993, mai più tornato a casa. Dieci anni dopo una lettera anonima di uno dei suoi carcerieri permise di trovarne il corpo.  Una frase  ricordata, tra le altre, da uno degli studenti di Castelfranco Veneto che hanno partecipato alla settimana del campus di lavoro di Libera a Cirò (Crotone) dal 20 al 26 luglio. 

La memoria delle vittime di mafia deve diventare impegno nel quotidiano per costruire una società che ha nella legalità il suo valore fondante. É ciò che hanno compreso i ragazzi del gruppo, di cui si è fatto carico il Coordinamento del Volontariato della Castellana, in gran parte minori, che si è recato in Calabria per lavorare a fianco dei lavoratori della cooperativa Terre Ioniche che gestisce i beni confiscati. Hanno conosciuto così la cruda realtà di una terra che, pur attanagliata dalla ‘ndrangheta, riesce a resistere nell’esperienza e nell’impegno di quegli uomini e donne che non si piegano a un sistema, di quelli che lavorano e gestiscono i beni confiscati dallo stato ai mafiosi. I ragazzi hanno costruito un lungo steccato che divide un terreno confiscato e affidato alla Cooperativa di Libera e quello ancora in mano mafiosa: hanno tracciato così un confine non solo simbolico tra legalità e illegalità, dimostrando il loro sostegno, anche concreto, a chi rischia esponendosi in prima persona per proporre una società differente.  

Accompagnati da due volontarie  di Volontarinsieme - CSV Treviso, hanno vissuto una settimana molto intensa di emozioni e riflessione. Non solo hanno lavorato nella proprietà confiscata ma hanno incontrato esponenti delle forze dell’ordine come il maresciallo Nicodemo Leone, ascoltato le storie di chi si è opposto alla ‘ndrangheta pagando un duro prezzo come Tiberio Bentivoglio o dei familiari delle vittime innocenti come Rocco Gatto, Giuseppe Tizian, Gianluca Congiusta, Celestino Fava, Vincenzo Grasso, Lollò Cartisano. Purtroppo la Mafia è ormai una realtà anche al nord tanto che è possibile partecipare a dei campi di lavoro anche in Italia settentrionale, come ad esempio a Campolongo Maggiore, ma il Coordinamento ha scelto in questi anni di permettere ai ragazzi il confronto con una terra dove si avverte forte la stretta della mafia. Dopo Polistena in Calabria, Casale di Principe in Campania, Pietralunga in Umbria, Marina di Cinisi in Sicilia quest’anno il Coordinamento ha così riportato gli studenti in Calabria.  

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