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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

"Il Veneto non porge l'altra guancia", blitz di Casapound

Affissi manifesti in tutta la regione in relazione al tema immigrazione. Striscioni a Treviso, Castelfranco, Vittorio Veneto e Maser

TREVISO — “Il Veneto non porge l’altra guancia”. Con degli striscioni Casapound Veneto ha voluto lanciare un messaggio al mondo dell’associazionismo cattolico veneto, riferendosi al tema immigrazione. Diversi i manifesti piazzati dagli esponenti del gruppo in Veneto e in provincia di Treviso presso curie, mense e strutture d’accoglienza. In particolare nella Marca sono stati affissi manifesti: al collegio vescovile Pio X di Treviso e nella circonvallazione, sulle mura di Castelfranco Veneto, al centro di accoglienza Ceis di Vittorio Veneto e nei pressi della canonica di Maser.  

"A fronte di una situazione oramai fuori controllo, in relazione all'afflusso di immigrati e profughi nella nostra regione – spiegano gli esponenti di Casapound Veneto - sono mesi che assistiamo ad una sempre più martellante campagna d'opinione da parte dell'associazionismo cattolico e dei quadri ecclesiastici, volta a giustificare e addirittura ad alimentare quella che per noi si configura invece come una vera e propria invasione. Ogni giorno, dalle pagine dei quotidiani e dagli studi delle emittenti locali, alti prelati e preti di strada spiegano a noi italiani (senza lavoro o in forte difficoltà economica), che non siamo abbastanza accoglienti, che possiamo e dobbiamo fare di più. Poche invece le parole spese in difesa di quegli stessi italiani”.

“Tutto questo - prosegue CasaPound Veneto - a fronte di un quadro oramai drammatico e totalmente fuori controllo: 913 i nuovi profughi attesi in queste ore, che verranno smistati tra le varie province venete, e che faranno salire ad 8.700 il numero degli arrivi dall'inizio dell'operazione Mare Nostrum (che oggi ha semplicemente cambiato nome) – continuano da Casapound Veneto -. Un prezzo troppo alto per una regione che, ad oggi, ospita oltre mezzo milione d'immigrati, ovvero il 15% del totale nazionale, di cui il 40% attualmente disoccupati. L'accoglienza è certamente un valore, ma solo se è in grado di garantire standard di vita umani e non degradanti. Altrimenti è ipocrisia. Assistiamo invece al triste spettacolo, indegno per una nazione civile, di masse di disperati fatte arrivare qui e poi abbandonate a loro stesse. Abbiamo tutti ben presente le scene di queste persone che si accampano nelle nostre periferie, in condizioni tremende, disumane, naturale anticamera dell'imbarbarimento e del delinquere. Non avere l'onestà intellettuale di ammetterlo, è malafede. Fare da quinta colonna a questo meccanismo allucinante, è invece criminale”.  Da qui nasce la provocatoria aizione. “Certo - concludono - siamo perfettamente consapevoli del carattere umanitario ed ecumenico intrinseco alla Chiesa Cattolica. Ma invitiamo allora i Vescovi e i sacerdoti del Veneto ad essere maggiormente coerenti con questo loro messaggio, aprendo le porte delle cattedrali e delle loro numerosissime strutture a questi disperati. Magari non incassando il contributo statale erogato per l'accoglienza dei profughi. E ricordandosi ogni tanto anche di noi poveri italiani".

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