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Cronaca

Bambino conteso portato all'estero, il padre: «Lo rivoglio con me»

Ha 10 anni e da 3 è al centro di una contesa internazionale per il suo affidamento. La madre, una donna dell'Est Europa, se lo è portato via e per questo è finita a processo a Treviso con l'accusa di sottrazione di minore

Ha dieci anni e da 3 è al centro di una contesa internazionale per il suo affidamento. La madre, una donna dell'Est Europa, se lo è portato via e per questo è finita a processo a Treviso con l'accusa di sottrazione di minore.

 E' il figlio di imprenditore locale e i due genitori si erano conosciuti nel 2010: prima il fidanzamento, poi il matrimonio e la vita in Italia. Ma un giorno, nell'ottobre del 2017, lui torna a casa e trova l'appartamento completamente vuoto. «Apparentemente senza un motivo - racconta l'uomo - lei se ne era andata portando il piccolo con sé». Dal conto corrente familiare mancano 70 mila euro, prelevati dalla donna il giorno prima, oltre alla macchina.
«E' stata fatta subito una denuncia - spiega l'imprenditore - e per una settimana di lei e soprattutto di mio figlio non ci sono state notizie. Sette giorni dopo dopo mi arriva una mail nella quale mi dice di essere ritornata in patria e di voler riflettere sulla natura del nostro rapporto. Ma poi ha iscritto il figlio a scuola, per quanto non parli una parola della lingua della mamma, falsificando la mia firma».
Scatta la denuncia penale e la donna viene rinviata a giudizio a Treviso con l'accusa di averlo sottratto al padre. Ma soprattutto parte la causa civile per l'affidamento del piccolo, che la madre vuole sia esclusivo.

Nella fase iniziale della battaglia legale il Tribunale decide che il ragazzino sia affidato ai servizi sociali e collocato provvisoriamente alla madre, di cui però gli assistenti sociali non sanno nulla, né come vive né con chi. Sanno tutto invece del padre e della famiglia d'origine di lui, che viene periodicamente controllata per assicurarsi che il piccolo stia in un ambiente positivo quando trascorre del tempo con il padre, cioè 20 giorno nel periodo estivo e solo un anno e mezzo da quando ha lasciato l'Italia.
Ma a gennaio 2020 in Italia arriva il Covid 19 e il padre è costretto a non vedere suo figlio per tre mesi, fino ai giorni scorsi quando è andato a prenderselo convinto di avere diritto ad un ristoro per il tempo che non ha potuto passare con lui. Ma come un fulmine a ciel sereno arriva la comunicazione dei servizi sociali: la mamma compie gli anni il 10 luglio e ha il diritto di festeggiare con il figlio «Ma lei è sotto processo - dice il padre - mi ha portato via mio figlio senza dire nulla. E poi lui non vuole tornare dalla madre: ha un rapporto speciale con me, di cui si sono resi conto anche gli assistenti sociali, vuole rimanere qui. Non vi dirà mai di voler stare con la mamma oppure con il papà ma di sicuro lui vuole restare qui, nell'ambiente dove è cresciuto, dove ci sono i suoi amici»

Il 12 novembre arriverà la decisione del tribunale civile sull'affido all'uno o all'altro genitore. Nel frattempo è attesa la ripresa del processo penale per la sottrazione, con la sfilata di ben 52 testimoni della parte civile.

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