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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Montebelluna

Sei indagati tra Montebelluna e Venezia per terrorismo

Sei persone, tra montebellunesi e veneziani, sono sospettati di formare una cellula terroristica operante a livello internazionale e legata al Pkk del Kurdistan

L'accusa è quella di aver preparato attentati e azioni violente contro lo Stato e a formularla è la magistatura francese, che nei giorni scorsi ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare per un quarantatreenne di Montebelluna, già coinvolto in un'inchiesta sul reclutamento di combattenti per il Pkk, il movimento armato del Kurdistan.

Oltre al quarantatreenne, ritenuto il capo della banda, sono stati denunciate anche altre cinque persone, tra Montebelluna e Venezia, tutte accusate di far parte di una cellula terroristica di matrice anarchica: un artista di 20 anni, assolto da un precedente procedimento per reati di stampo terroristico, un brigatista dissociato, originario di Montebelluna ma residente a Torino, un uomo di origini mestrine e una coppia di impiegati, un uomo e una donna.

L'inchiesta, avviata sei mesi fa, segue quella sul reclutamento di militanti e combattenti per il Pkk. Le perquisizioni effettuate nell'appartamento di Marsiglia del quarantatreenne montebellunese, infatti, hanno indotto gli inquirenti francesi a pensare che esista un'attività terroristica più estesa e pericolosa. In particolare, gli accusati, avrebbero promosso e coordinato, a livello internazionale, un'associazione a delinquere a sfondo terroristico, con l'organizzazione di attentati e altre azioni dimostrative violente. A tale scopo i veneti avrebbero fabbricato esplosivi, impiegando alcuni componenti chimici, e detenuto e falsificato documenti d'identità utili all'espatrio.

L'interrogatorio per rogatoria del montebellunese di 43 anni è previsto per stamattina nel carcere di Velletri, dove l'uomo sta scontando una pena di sei anni per furto, ricettazione e riciclaggio. Con molta probabilità l'uomo di avvarrà della facoltà di non rispondere, in attesa di documenti che chiariscano le violazioni contestate.

L'inchiesta si aggiunge a quella avviata nel febbraio 2010, relativa a un gruppo di dieci persone indagate per gestire, in Italia, una strutturata attività di reclutamento di giovani curdi, per poi inserirli nel Pkk. Il nome del quarantatreenne montebellunese è emerso durante le indagini perché collegato a una figura di raccordo tra i gruppi curdi che operano in Italia, Francia e Belgio e gli esponenti più importanti del Pkk in Turchia. Già nel 2008 gli inquirenti avevavo individuato la presenza del quarantatreenne all'interno di un campo di addestramento di Pordenone.

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