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Cronaca Montebelluna

Montebelluna, la Corte dei Conti archivia gli esposti contro la pedonalizzazione

Il sindaco Marzio Favero: “Dopo aver vinto la battaglia sul piano della giustizia amministrativa, dà serenità sapere di aver vinto la partita anche nell'ambito della giustizia contabile"

MONTEBELLUNA La Corte dei Conti archivia gli esposti contro la pedonalizzazione. La notizia è arrivata ieri in Comune ed ha ovviamente suscitato grande soddisfazione perché questo diventa l'atto conclusivo della lunga battaglia durata tre anni per la pedonalizzazione del centro. Si ricorda che molte sono state le tappe di questa battaglia che si svolta su tre livelli: tecnico, giudiziario e politico.

Sul piano tecnico gli studi sulla pedonalizzazione condotti dall'amministrazione comunale con uno staff di specialisti sono stati contrastati da un gruppo di professionisti locali che avevano prodotto osservazioni circa la disfunzionalità dello stesso sul piano dello smaltimento del traffico, dell'incidentalità, dell'inquinamento, al punto da chiedere anche l'intervento della Questura e della Prefettura. La relazione della Polizia stradale promosse all'epoca il piano della viabilità messo in sperimentazione dal Comune al fine di pedonalizzare il centro storico. La Polizia locale ha dimostrato con le sue relazioni che in realtà l'anello aveva sostanzialmente eliminato gli accodamenti e ridotto gli incidenti per quantità e gravità, così come gli studi condotti secondo gli indirizzi dell'Arpav hanno palesato la sostanziale riduzione dell'inquinamento.

Il secondo piano della battaglia è stato quello giudiziario, condotto da una minoranza degli operatori del centro storico di Montebelluna, circa 1/6 del totale. Dapprima con la richiesta di sospensiva del provvedimento di pedonalizzazione avanzata al Tar e al Consiglio di Stato, ed in entrambi i casi respinta. Poi con la sentenza definitiva da parte del Tar che dava ragione al Comune. Quindi c'è stata una seconda fase caratterizzata da esposti all'autorità giudiziarie e soprattutto alla corte dei Conti. La Corte dei Conti ha archiviato la pratica non rilevando fondatezza nei rilievi mossi all'amministrazione comunale.

Il terzo livello è stato quello politico con le allora minoranze impegnate in Consiglio comunale a sostegno degli argomenti sostenuti dei nemici della pedonalizzazione. Si ricorda, al riguardo, la maratona di Consigli comunali per l'esame di circa 200 osservazioni, molte delle quali doppioni con minime variazioni di testo. L'esito di questo confronto ha trasformato le ultime amministrative anche in una sorta di referendum pro o contro la pedonalizzazione.

Il sindaco Marzio Favero commenta: “Dopo aver vinto la battaglia sul piano della giustizia amministrativa, dà serenità sapere di aver vinto la partita anche nell'ambito della giustizia contabile. Questo comprova la correttezza e la serietà con la quale si sono mossi tanto l'amministrazione quanto la struttura tecnica comunale, anche se la soddisfazione più grande è stata quella della vittoria insieme culturale, politica e morale conseguita nelle ultime elezioni amministrative.

Soddisfazione aumentata dal fatto che, sempre in campagna elettorale, era emerso che ormai anche il Pd e il Movimento 5 stelle non erano più ostili alla pedonalizzazione. Evidentemente guardando al risultato della riqualificazione del centro e agli umori dell'elettorato. Come amministratori si ha un obbligo: quello di non mantenere rancore nei confronti di nessuno ed, anzi, di ricostruire i rapporti con tutti. Cosa peraltro in larga parte già avvenuta. Tuttavia non posso non segnalare un dato di fatto, ovverosia che la tendenza che si sta diffondendo di utilizzare l'arma dei ricorsi per cercare una rivalsa politica, o peggio ancora quella degli esposti,  ancor più comodi perché non comportano spese per i proponenti, ha un risultato comunque negativo per gli enti pubblici perché per dare risposte alle varie autorità poi investite del compito di indagare e verificare, i dipendenti comunali devono impegnare tantissime ore di lavoro. Così come il Comune deve spendere soldi per la difesa legale. E' pur vero che, per esempio,  per il ricorso al tar, i ricorrenti sono stati condannati a rimborsare 5000 euro come rimborso spese al Comune, ma esso indennizza solo parzialmente l'ente.  Nel caso invece di esposti non è previsto alcun tipo di onere  a carico dell'esponente anche se gli stessi risultano infondati. Finora tutti gli esposti sono stati archiviati".

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