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Cronaca Montebelluna

Spia e segue l'ex moglie grazie ad una App, condannato per stalking

La sentenza del processo di primo grado a carico di un professionista 40enne, residente a Montebelluna. Servendosi di quello stratagemma tecnologico seguiva la donna e la fotografa al lavoro, con le amiche, in vacanza

Aveva sottoposto la ex moglie ad una vera e propria persecuzione, arrivando anche  a minacciare un testimone della donna  -che a giudizio si era costituita parte civile- e lo stesso legale della ex, l'avvocato Luisa Osellame. Stamattina, lunedì, è arrivata la sentenza del processo di primo grado in cui il professionista 40enne, residente a Montebelluna, doveva rispondere del reato di stalking: un anno e tre mesi di reclusione la condanna, senza la sospensione condizionale, 50mila euro di risarcimento del danno immediatamente esecutivi e 2.500 euro da saldare in spese processuali.

Gelosia, abuso di alcol e umiliazioni alla ex moglie, anche davanti ai figli piccoli, avevano portato la convivenza al  fallimento. Ma anche dopo la separazione per la donna l'inferno sarebbe proseguito. Lui infatti non si è mai rassegnato alla rottura, ossessionato dal fatto che la ex avesse un'altro. «Se mi lasci ti uccido»: le avrebbe ripetuto in più occasioni. mandando in scena, tra il 2017 e il 2018, un vero e proprio assedio fatto di appostamenti, messaggi e telefonate di insulti e minacce, pedinamenti.

Dopo la denuncia della donna il Tribunale di Treviso aveva emesso nei confronti del 40enne la misura cautelare del divieto di avvicinamento. Ma nel novembre dello scorso anno casualmente la donna scopre che nel tablet che lui ha dato al figlio più piccolo c'è una applicazione che consente proprio all'ex marito di sapere sempre ed esattamente dove lei si trovi, grazie ad una "cimice" nascosta nella macchina che funziona come rilevatore di posizione satellitare. Servendosi di quello stratagemma tecnologico la segue e la fotografa al lavoro, con le amiche, in vacanza. Tutte immagini che peraltro vengono salvate nella galleria dell'apparecchio elettronico utilizzato dal bambino. «Ho paura per la mia vita e per quella dei miei figli -racconterà lei nella seconda denuncia che sporge dopo aver scoperto di essere spiata- sono talmente terrorizzata che sto pensando di sottoscrivere una polizza di assicurazione sulla vita». A quel punto la misura cautelare viene inasprita: il 40enne finisce ai domiciliari con il braccialetto elettronico.

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