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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Morta dopo essere caduta dalle scale in casa di riposo a Motta: su Rai1 il caso di Amelia De Marchi

Domani, 14 dicembre, la troupe del programma “Tempo & Denaro” sarà nella Marca e intervisterà il nipote della vittima, Francesco De Marchi, e il direttore tecnico di Studio 3A, dott. Andrea Milanesi

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TrevisoToday

MOTTA DI LIVENZA Approda anche su Rai 1 la tragica vicenda di Amelia De Marchi, la 94enne originaria di Gorgo al Monticano deceduta il 10 agosto dopo essere precipitata dalle scale nella casa di riposo "Tomitano e Boccassin", a Motta di Livenza, di cui era ospite dal 2005. Mercoledì 14 dicembre "Tempo & Denaro", il programma della parte del consumatore della rete ammiraglia della Rai, condotto in studio da Elisa Isoardi e in onda dalle 11.05 a alle 12, dedicherà un servizio al caso, con una troupe guidata dall'inviato Ivan Bacchi che intervisterà nei pressi della struttura, in via Cigana 6, il nipote della vittima, Francesco De Marchi, e il dott. Andrea Milanesi, direttore tecnico di Studio 3A, la società specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità civili e penali, a tutela dei diritti dei cittadini, che assiste i familiari dell'anziana.

La signora De Marchi, che non era autosufficiente ed era costretta in carrozzina, era collocata nella parte della casa di riposo denominata "Nucleo Livenza" e aveva la sua stanza al primo piano. L'8 agosto, come ogni mattina, alle 6 era stata preparata, vestita e messa sulla sua sedia a rotelle dal personale: quel giorno nel turno 6-13 erano in servizio sei operatori e un'infermiera. Una volta preparati tutti gli ospiti (43 in totale quelli del primo piano), è iniziato l'afflusso al piano terra per la colazione attraverso l'unico ascensore posizionato accanto alla rampa di scale che collega i due piani. E' allora che l'ultranovantenne è precipitata di sotto rotolando per una decina di gradini con la carrozzina, fino al pianerottolo inferiore. Una rovinosa caduta che non le ha lasciato scampo: dopo due giorni di agonia, si è spenta all'ospedale di Oderzo, dov'era stata trasportata dopo l'incidente, in seguito al grave trauma cranico riportato. I familiari, attraverso il consulente personale Riccardo Vizzi, si sono subito rivolti a Studio 3A per fare piena luce sui fatti e per ottenere giustizia e il sostituto Procuratore di Treviso, dott.sa Maria Grazia De Donà, ha aperto un procedimento per omicidio colposo, che per ora vede come unica iscritta nel registro degli indagati S. D., 46 anni, di Motta di Livenza, la coordinatrice del personale.

Nei giorni scorsi il medico legale, dott. Alberto Furlanetto, incaricato dal Pm di ricostruire nei dettagli le modalità e le cause del decesso, ha depositato la sua relazione finale, le cui conclusioni risultano molto pesanti nei confronti della casa di riposo: "La dinamica dei fatti permette di rilevare gravi carenze strutturali, costituite dalla mancanza di adeguate protezioni atte a prevenire cadute accidentali, e organizzative: non risultano infatti adeguatamente definiti i compiti degli operatori sanitari, le singole responsabilità nonché il loro coordinamento" conclude il tecnico. Il consulente, infatti, non ha solo sgomberato il campo da qualsiasi dubbio sulla causa della morte. Il decesso di Amelia De Marchi è stato dovuto, scrive, a "insufficienza cardiorespiratoria acuta terminale in politrauma cranio-facciale con emorragia cerebrale frontale subaracnoidea e parenchimale conseguente a caduta accidentale. Sussiste il nesso causale tra l'incidente e il decesso. Nel determinismo causale non sono intervenuti altri fattori rispetto alla caduta".

Pur con tutte le problematiche legate all'età e alla demenza avanzata da cui era affetta, è stato anche appurato, attraverso il medico di medicina generale in servizio nella casa di riposo che l'aveva in cura, che la donna godeva di condizioni di salute buone prima del fatto Il dottor Furlanetto - anche sulla base del rapporto dei carabinieri di Motta di Livenza, avvisati dal Pronto Soccorso dell'ospedale di Oderzo il 10 agosto, all'aggravarsi delle condizioni della 94enne - ha anche evidenziato numerose e gravi lacune nella struttura. In particolare, non c'era alcuna porta o sistema di sicurezza per separare il corridoio del primo piano dal vano scale dove l'anziana è precipitata. E non c'era nessuno a sorvegliare l'ultranovantenne, affetta da demenza senile, così come gli altri ospiti "parcheggiati" accanto all'ascensore in attesa di scadere: l'unica accortezza da parte degli operatori per scongiurare cadute accidentali degli anziani era quella di inserire il blocco manuale alle ruote delle carrozzine.

Peccato però che, come riferito dalle testimonianze di altri ospiti, la De Marchi avesse già più volte sbloccato da sola i freni della sua sedia a rotelle, pericolosa circostanza di cui gli operatori erano ben a conoscenza e che le è stata fatale. Inoltre, altra circostanza che lascia basiti, non c'era alcun "addetto ai lavori" ad accompagnare i degenti non autosufficienti dalle loro stanze del primo piano alla mensa. Il compito di fare la spola in ascensore per portare giù gli anziani veniva affidato non a un operatore, ma ad un ospite alla soglia dei 90 anni, che si trovava nella struttura da circa vent'anni e che si prestava a fare dei "lavoretti", con tanto di autorizzazione della direzione della casa di riposo, a quanto ha dichiarato agli inquirenti un'operatrice. Un quadro inquietante che sarà ovviamente al centro del servizio che andrà in onda domani all'interno di "Tempo & Danaro".

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