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Cronaca

Il collettivo Ztl Wake Up torna a occupare: "liberata" ex caserma Piave

Gli attivisti sabato all'alba sono entrati all'ex caserma con un'intenzione ben precisa. Hanno annunciato: "Da qui non ce ne andiamo"

TREVISO — “Siamo tornati e qui restiamo”. Gli attivisti del collettivo Ztl Wake Up di Treviso tornano a occupare e annunciano che non se ne andranno. Questa vota a essere “liberata” è stata nuovamente l’ex caserma Piave. “A gennaio uscimmo dall’ex Filt perché dopo due anni di lotta si apriva una possibilità di risoluzione – scrivono gli esponenti del gruppo sulla loro pagina Facebook -. Grazie a dieci occupazioni, alle richieste universali che il collettivo portò sulla bocca di tutti si costituirono due bandi. Di fatto questo è innegabile, quei bandi uscirono perché vi fu una forte spinta dal basso, ma dopo pressioni, attese, promesse da parte dell’amministrazione Ztl si è ritrovata ancora fuori. E noi oggi qui restiamo”.

Non hanno nessuna intenzione di mollare questa volta: “Per la dodicesima volta il collettivo apre le porte di un buco nero – continuano gli attivisti -, restituiamo un pezzo di città, rivendichiamo e pratichiamo il diritto ad essa perché da qui, dal nuovo spazio liberato vogliamo narrare e realizzare una realtà diversa”. I ragazzi del collettivo vogliono un cambiamento, un’alternativa per dare corpo a progetti culturali, sociali, politici. Aula studio, palestra popolare, hacklab, corsi, incontri, dibattiti secondo Ztl Wake Up non possono essere concretizzati se non in un luogo che abbia in qualche modo un’identità. “Siamo quelli che per aver aperto, pulito, riqualificato, costruito nuovi spazi di socialità hanno ricevuto 9 fogli di via(di cui 5 attivi), richieste di sorveglianza speciale, decine di denunce, una repressione che non ha eguali in altri territori” incalzano i ragazzi.

“Siamo giovani, adulti, precari, studenti, migranti, sfrattati, artisti, lavoratori, militanti – concludono gli esponenti del collettivo, annunciando che non intendono andarsene -. Siamo coloro che lottano per realizzare un sogno, perché questa è l’unica maniera che conosciamo per vincere e per vivere. Per questo oggi noi restiamo”.

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