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Cronaca

"Non posso abortire, è troppo tardi": Irina uccisa senza pietà dall'ex fidanzato

La 20enne voleva che Mihail Savciuc si prendesse le sue responsabilità. Il 19enne, dopo l'omicidio, ha venduto i suoi gioielli per 80 euro e ha sperperato il denaro alle slot machine

CONEGLIANO "Non posso abortire, ormai è troppo tardi. Tengo il bambino e dirò a tutti che è tuo": sarebbe questa frase, pronunciata da Irina Bacal, moldava di 20 anni, ad innescare il raptus omicida dell'ex fidanzato, un connazionale di 19 anni, Mihail Savciuc che per il delitto si trova rinchiuso nel carcere di Santa Bona. L'arresto è avvenuto nella tarda serata di mercoledì dopo un interrogatorio-fiume degli investigatori della squadra mobile e degli agenti del Commissariato.

L'omicidio era avvenuto domenica sera a Formeniga, durante un incontro tra i due giovani in cui lei aveva raccontato all'ex fidanzato di voler tenere il bambino. La ragazza, tramortita alla testa con alcune pietre, è stata strangolata; il suo cadavere è stato nascosto poco distante, sotto rami e foglie. Sarà lo stesso killer, che vive a Godega con la famiglia ed è studente dell'Ipsia Pittoni, a condurre gli investigatori sul luogo in cui si trovava il corpo. Intanto emerge un ulteriore agghiacciante particolare sulla vicenda: Mihail, presi alcuni gioielli dal corpo senza vita della ragazza, li ha rivenduti ad un compro-oro di Conegliano sperperando ai videopoker il denaro ottenuto, 80 euro circa.

Lunedì il pm Mara De Dona' conferirà l'incarico di effettuare l'autopsia sul corpo della ragazza all'anatomopatologo Alberto Furlanetto. In mattinata l'arresto del 19enne è stato convalidato dal gip Casciarri nel corso dell'udienza che si è svolta in carcere a Santa Bona. Il giovane, difeso dall'avvocato Daniele Panico, ha confermato quanto riferito agli investigatori e che il suo è stato un raptus omicida. I capi d'imputazione a suo carico sono omicidio con l'aggravante dello stato di gravidanza della sua vittima e occultamento di cadavere. Posta sotto sequestro l'auto del 19enne, una Renault, mezzo con cui lui e l'ex fidanzata hanno raggiunto domenica sera Formeniga, ed il suo cellulare. Non è stato ancora rinvenuto il telefono cellulare della vittima, forse distrutto dallo stesso assassimo. Il legale di Mihail Savciuc ha presentato intanto richiesta al Riesame affinchè al 19enne siano concessi gli arresti domiciliari.

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