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Omicidio di Capo Verde: Marilena forse uccisa perché voleva denunciare il suo aggressore

L'imprenditrice, secondo gli inquirenti capoverdiani, avanzava da tempo del denaro da Gianfranco Coppola, tanto da minacciarlo di raccontare alla polizia le sue attività di spaccio

Dopo alcuni giorni di indagini iniziano finalmente a delinearsi i contorni dell'omicidio di Marilena Corrò, nota imprenditrice trevigiana alla guida del b&b “A paz” di Sal Rei, sull'isola di Boa Vista a Capo Verde. La donna, infatti, sarebbe stata aggredita dal 48enne Gianfranco Coppola, all'interno della struttura, al termine di un litigio per motivi di denaro in quanto, da tempo, Marilena era creditrice nei suoi confronti di un'importante somma che l'uomo si rifiutava di pagare. A far scatenare definitivamente l'ira del 48enne sarebbe stata però la minaccia, da parte della donna, di recarsi quanto prima alle forze dell'ordine per denunciarlo per le sue attività di spaccio. Secondo quanto difatti riportato dai quotidiani locali, l'uomo sarebbe dedito ad alcuni piccoli traffici di sostanze stupefacenti nella zona tanto da esser ben conosciuto alle forze dell'ordine a causa di alcuni pestaggi e aggressioni. Un'ipotesi, questa, confermata anche dal ritrovamento nella sua stanza di alcune centinaia di euro, una memoria esterna per pc, dei telefoni cellulari e un'ingente quantitativo di marijuana. Una situazione delicata quindi ora quella del 48enne, ancora preventivamente in carcere insieme al suo socio, il 68enne milanese Pierangelo Zigliani. Saranno però le ulteriori indagini e l'autopsia sul corpo della 52enne trevigiana a dirimere gli ultimi dubbi su quanto accaduto, per una vicenda che ha sconvolto non solo l'intera comunità locale ma anche la città di Treviso da cui Marilena proveniva.

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