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Cronaca Roncade

Dipendenti senza stipendio da 3 mesi alla cereria Ermini a Roncade

"Abbiamo richiesto un tavolo alla Provincia e ai comuni di Roncade e Carbonera" spiega Gianni Boato della Femca Cisl Belluno Treviso

RONCADE - Sarebbero 26 i dipendenti della Cereria Ermini senza stipendio da Dicembre, e con l’impossibilità di accedere alla cassa integrazione straordinaria. A renderlo noto sono fonti sindacali nella giornata di venerdì. I sindacati rendono nota una  "situazione di stallo e di forte inadempienza da parte dell’azienda che, oltre al danno gestionale, ora impedisce ai lavoratori di poter usufruire della cassa integrazione straordinaria". Il piano sarebbe già stato approvato grazie agli accordi tra Provincia di Treviso e Cassa di Risparmio del Veneto che dovrebbe anticipare gli importi previsti ma che non può dare avvio alle pratiche per inadempienza delle normali procedure burocratiche da parte dell’azienda stessa.

“Abbiamo chiesto la convocazione di un tavolo urgente alla Provincia e ai Comuni di Roncade e Carbonera, dove si trovano le sedi di Cereria Ermini – spiega Gianni Boato di Femca Cisl Belluno Treviso - A fine gennaio,  stretta da una crisi finanziaria che non permetteva più l'acquisto di materie prime, l’azienda ha fatto richiesta di ammissione al Concordato presso il Tribunale di Treviso.  In quell'occasione non si è riusciti a stipulare un accordo tra sindacato e azienda con la nuova proprietà, la “Ermini dal 1920" nata appositamente sempre nello stesso ambito famigliare.”

Chiusa l’azienda storica, ne è stata fondata una sempre di proprietà della famiglia Ermini. L’azienda negli anni ha contato su due tipi di mercato, quello della grande distribuzione e il mercato religioso, con la distribuzione di una vasta gamma di ceri di produzione propria e di alta qualità fino ad almeno sei mesi fa. "Nel nuovo progetto  “Ermini dal 1920” non è stata possibile nessun tipo di contrattazione - spiegano le organizzazioni sindacali -, nonostante nei sei mesi precedenti più di una decina di dipendenti avessero lasciato la vecchia proprietà. Le nuove condizioni poste e non negoziabili hanno stabilito che i lavoratori attivi siano 14, e non più i 26 in forze al momento della chiusura della “Cereria Ermini”".

“Per un’ azienda che fino a dicembre non aveva utilizzato una sola ora di cassa integrazione e che aveva chiesto ai suoi dipendenti  di rinunciare a parte delle ferie estive e lavorare anche il sabato, per coprire le necessità di produzione, gli sviluppi degli ultimi mesi ci sembrano alquanto anomali  – incalza Gianni Boato -. Paradossalmente ci sono i soldi del mese di febbraio pronti per essere erogati ai lavoratori e che invece rimangono nelle casse dell’azienda. Ci sono dipendenti che lavorano li da 35 anni, altri che hanno 4 figli , persone che hanno sempre lavorato con impegno e passione e che oggi non si vedono consegnare nemmeno il modello cud per poter fare la denuncia dei redditi, cosa questa a nostro parere gravissima.”

“Nell'assemblea di lunedì scoro i lavoratori si sono resi disponibili a lavorare (come hanno sempre fatto) a patto che venga loro pagato lo stipendio di febbraio e che vengano svolte tutte le operazioni burocratiche per l'accesso alla cassa integrazione strordinaria. – conclude Boato - Speriamo che la magistratura e gli organi preposti possano fare luce sulla vicenda della Cereria Ermini,  e che il tavolo provinciale da noi richiesto possa accelerare la soluzione di questa grave vicenda lavorativa e umana.”

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