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Cronaca Ormelle

Scarti di macellazione sversati in un canale, azienda a processo

Il rappresentante legale e fondatore di una nota azienda di Ormelle è finito a processo con l'accusa di danneggiamento

Capi macellati per un numero oltre tre volte quello autorizzato e di conseguenza una enorme quantità di liquami finiti nel fiumiciattolo che scorre a ridosso dell'impianto, tanto da trasformare il Rio Trattor in una fogna a cielo aperto. Sono queste le accuse formulate dalla Procura di Treviso nei confronti del rappresentante legale e fondatore di una nota azienda di Ormelle, finito a processo con l'accusa di danneggiamento.

Lo stabilimento della nota avrebbe dovuto macellare circa 300 bovini alla settimana ma da un controllo è emerso che, verso la fine del 2015, la cifra era salita a oltre 3.400 al mese senza che fossero state acquisite le relative autorizzazioni. I controlli svolti sul corso d'acqua avevano rilevato una contaminazione batterica da Vibrio Fischeri pari al 99,9%. Secondo quanto appurato dalla Procura l'azienda aveva in effetti presentato un piano per potenziare il sistema di filtraggio e depurazione proprio in ragione di un previsto aumento della produzione di carne ma avrebbe dovuto anche presentare la richiesta di autorizzazione per l'ampliamento delle attività, che al momento delle verifiche, nel novembre del 2015, non risultava ancora ottenuta.

Nei mesi scorsi l'azienda era stata al centro di un altro caso, questa volta relativo ad un conto da oltre 220mila euro non saldato alla Usl per l’attività di controllo -obbligatoria per legge- condotta dai veterinari dell’azienda sanitaria provinciale e volta ad accertare il buon funzionamento dell’impianto di macellazione dal punto di vista igienico-sanitario.

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