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Cronaca

Partecipate del gas e dell'acqua: stato di agitazione se le trattative non si sbloccano

Andrea Misericordia (Femca Cisl BL-TV): "Le società intendono utilizzare il welfare aziendale per fare cassa, trasformando l'azienda da sostituto d'imposta a impositore di nuove tasse"

TREVISO “Le società partecipate che gestiscono i servizi di distribuzione del gas e dell'acqua in provincia di Treviso intendono utilizzare il welfare aziendale per fare cassa, trasformando l'azienda da sostituto d'imposta ad impositore di nuove tasse”. Così Andrea Misericordia della Segreteria Femca Cisl Belluno Treviso sulle trattative in corso sul salario di produttività nelle società trevigiane partecipate dai Comuni Piave Servizi, Ascopiave e Ats, aziende che in totale impiegano 640 dipendenti.

“Questo è quanto stiamo riscontrando nelle trattative per il rinnovo dei premi di produttività nelle aziende che gestiscono i servizi di distribuzione del gas e dell'acqua - spiega Misericordia -: gli amministratori di queste società hanno scoperto un modo semplice per recuperare risorse, a discapito dei propri dipendenti”.

Un recente decreto del Governo permette ai lavoratori di trasformare il premio di produttività in welfare, ovvero servizi che vengono pagati dall'azienda direttamente in busta paga permettendo alle imprese il risparmio del 30% dei contributi previdenziali. Il salario di produttività, che dovrebbe rispondere all'esigenza di migliorare i servizi, riconoscendo ai dipendenti un incentivo, che oggi viene di nuovo agevolato con sconti fiscali e previdenziali, sta diventando però terreno di scontro nelle trattative per il rinnovo degli accordi aziendali per il fatto che “le aziende pretendono d'incamerare lo sconto previdenziale riconosciuto ai lavoratori che scelgono d'impiegare la propria parte previdenziale in rimborsi ed agevolazioni a fronte di esigenze di spesa particolari, come l'assistenza agli anziani e ai disabili o le spese per l'istruzione e la salute o la previdenza integrativa”. In sostanza, le aziende intendono tenersi i contributi che risparmiano quando il lavoratore sceglie di trasformare il premio in welfare.

E mentre si è fatto e si fa un gran parlare da parte dei principali esponenti della politica trevigiana degli avvicendamenti dirigenziali sulle poltrone di comando di queste società, la trattativa langue. Se la presa di posizione della controparte non cambierà, i lavoratori dichiareranno lo stato di agitazione. “Si tratta di aziende che guadagnano, e profumatamente, grazie all'impegno di tutti e soprattutto dei dipendenti. Non comprendiamo e non condivideremo mai questa presa di posizione degli amministratori e dei sindaci. E' inaccettabile che la norma di legge che finalmente permette ai lavoratori di aumentare la propria capacità di spesa, garantendo comunque alle aziende un risparmio altrettanto significativo su Irap e Ires si trasformi in una nuova tassa a carico dei dipendenti”.

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