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Cronaca

Movimento Liberazione Popolo Veneto: perquisizioni tra militanti

Perquisizioni a tappeto a Treviso, Verona, Padova e Vicenza tra una ventina di militanti del Movimento di Liberazione del Popolo Veneto. L'accusa è di costituzione di associazione paramilitare

Da stamattina, tra Treviso, Vicenza, Padova e Verona sono in atto perquisizioni della Polizia di Stato tra 18 promotori e aderenti al Movimento di Liberazione del popolo Veneto.

NELLA MARCA LA TESTA - Secondo quanto si è appreso, l'accusa a carico degli esponenti del Movimento è di costituzione di associazione paramilitare. Gli indagati si concentrano soprattutto nella Marca trevigiana, ben 13, mentre altri tre sono vicentini, uno padovano e un ultimo veronese.

Le perquisizioni sono coordinate dalla Direzione centrale della Polizia di Prevenzione del Ministero dell'Interno e vedono impiegati anche gli agenti della Digos di Venezia, Verona, Vicenza e Padova.

Secondo quanto riferito dalle Forze dell'ordine, nella Marca c'era la testa del movimento indipendentista.

MATERIALE SEQUESTRATO - Tra il materiale sequestrato ci sono armi legalmente detenute e alcune giocattolo, distintivi del cosiddetto "Governo provvisorio della Repubblica Veneta", la "Costituzione" del Movimento, divise, svariata documentazione e centinaia di ogive vuote, utilizzate secondo gli inquirenti per la fabbricazione in casa delle munizioni.

E ancora giubbotti e cappelli di fattura militare con la sigla del movimento, camicie e magliette con intestazione "Polisia", tessere plastificate di riconoscimento fornite di foto con l'indicazione delle funzioni militari svolte da ciascuno nei vari "ministeri" organo di governo, tesserini della "Polisia nathionale veneta" simili a quelle in uso alle forze di polizia italiane, un centinaio di armi bianche, come sfollagente e coltelli tattici da combattimento.

FANATISMO - Secondo gli inquirenti il Mlnv sarebbe acceso da fanatismo ideologico: “Questa non è un'indagine politica - ha tenuto a precisare il pm trevigiano Giovanni Valmassoi - sono criminali i mezzi adottati dal movimento per perseguire finalità politiche”.

"Ancora una volta la Polizia di Stato di Treviso è stata in grado di individuare tempestivamente e di stroncare sul nascere un'organizzazione che esprime una certa pericolosità dal punto di vista penale - ha commentato da parte sua il Questore di Treviso, Carmine Damiano, che ha sottolineato che "in questa indagine non si colpiscono assolutamente le idee od obiettivi, ma metodi ritenuti illegali dal nostro ordinamento giuridico qual è la costituzione di un'associazione paramilitare".

I PRECEDENTI - Il movimento, che non riconoscerebbe di fatto la validità dell'annessione del Veneto allo Stato Italiano decisa con il Referendum nel 1866, era già stato oggetto di un'altra azione della Digos trevigiana, nel 2009, nei confronti di altre 13 persone, tutt'ora sotto inchiesta e alcune delle quali figurano tra gli indagati odierni.

Tra gli indagati dell'inchiesta del pm Valmassoi rientrano sono ancora il presidente e vicepresidente del Mlnv, rispettivamente un ex ispettore della Polizia di Stato, vigilantes presso un ipermercato trevigiano e anche "comandante in capo delle forze militari" e il comandante della Polizia Locale di Cornuda ma anche "capo del dipartimento federale".

Durante un controllo un appartenente all'organizzazione si sarebbe addirittura rifiutato di esibire il documento d'identità ai Carabinieri, non appartenendo i militari ad un'istituzione da lui riconosciuta.

LE INDAGINI - L'operazione rappresenta l'epilogo di circa sei mesi di indagini condotte dalla Digos della Questura di Treviso. L'inchiesta trevigiana era partita nel marzo scorso, quando il reato di associazione paramilitare è “rientrato” nel codice penale, dopo l'uscita voluta dalla componente leghista del governo Berlusconi grazie a un decreto legge tanto criticato.

Dal lavoro investigativo  non sarebbero, tuttavia, emersi legami o contatti di alcun tipo con altri movimenti italiani o esteri o con partiti, anche se gli elementi raccolti fanno pensare a un progressivo allargamento della cerchia dei militanti. I potenziali adepti della presunta organizzazione paramilitare legata al Mlnv sarebbero una cinquantina.

Fra il materiale sequestrato non vi sono strumenti tali da far ritenere a rischio l'incolumità di potenziali soggetti aggredibili ma "elementi che lasciavano intendere una progressione del fenomeno, pericoloso perchè consistente in un'organizzazione illecita quasi militare e dunque tale da poter suggerire scelte di comportamento deviante da parte di singoli".

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