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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Monfumo

Il premio "Locanda da Gerry" si tinge di rosa: vince la Cappellotto

Alessandra Cappellotto prima donna a vincere il premio, oggi particolare in quanto arriva nel 200°anniversario delle tre grazie del Canova

MONFUMO - Non sono mancate le emozioni sabato sera a Monfumo, dove si è svolta la serata di gala per la consegna della sesta edizione del “Premio Locanda Da Gerry”, ideato dal titolare dell’omonimo ristorante, Gerry Menegon, come evento di raccolta fondi da destinare alla lotta contro i tumori. In una serata di festa dal menù ricco, a base di arte, sport e solidarietà, serviti tra i sapori tipici della cucina della Locanda Da Gerry, tra i più emozionati c’era, evidentemente, l’ex campionessa di ciclismo Alessandra Cappellotto, che ha ricevuto il trofeo raffigurante  le Tre Grazie di Antonio Canova, vero e proprio simbolo del Premio, dalle mani di altri due illustri colleghi veneti, i campioni del mondo Moreno Argentin e Alessandro Ballan.

Per Alessandra, 46enne vicentina ma da una decina d’anni cittadina di Monfumo, l’orgoglio di essere la prima donna a ricevere questo riconoscimento, che ha visto premiate in passato altre personalità eccellenti provenienti dalla Pedemontana del Grappa e dall’Asolano: da Luciano Fregona, campione mondiale di corsa in montagna, e Giandomenico Basso, pluricampione europeo di rally, a Monsignor Liberio Andreatta, fino ad Alessandro Vardanega, vicepresidente di Veneto Banca ed ex presidente di Unindustria, premiato proprio lo scorso anno e presente sabato sera per l’ideale passaggio di testimone alla Cappellotto. «Credo sia un bel messaggio, che arriva in un momento in cui la società sta esprimendo sempre più riconoscenza alle donne in tutti i settori», ha affermato la premiata. «Ringrazio Gerry e il comitato organizzatore del Premio per aver scelto me: sia come donna, sia come atleta, sia come cittadina “adottiva” del comune di Monfumo, sono fiera di rappresentare questo territorio che ha espresso tante eccellenze nel mondo dello sport e non solo».

Una soddisfazione per l’ex ciclista, campionessa mondiale (1997) e italiana (2003), resa ancor più densa di significati dalla ricorrenza che è coincisa con questa edizione del Premio: quest’anno, infatti, si celebrava il duecentesimo anniversario dalla creazione delle Tre Grazie da parte di Antonio Canova, che nel 1813 dava alla luce il modello in gesso di uno dei gruppi scultorei più famosi al mondo. Non ha mancato di sottolinearlo la Fondazione Canova onlus, che da sempre patrocina l’iniziativa, presente ieri sera nella persona del vicepresidente Renato Manera. «Siamo felici che questo premio vada a una donna – ha detto Manera - proprio in occasione del bicentenario delle Tre Grazie, cui abbiamo dedicato una mostra chiusa pochi giorni fa, dopo un successo di pubblico straordinario. La Fondazione non ha esitato a confermare il patrocinio al Premio Da Gerry, sia per il significato che riveste nel territorio, sia per le finalità benefiche che persegue».

Il ricavato della serata sarà devoluto alla sezione provinciale di LILT, il cui presidente, Alessandro Gava, non ha voluto mancare ieri all’appuntamento per ringraziare Gerry: «a lui va il riconoscimento della nostra associazione per la tenacia con cui continua a portare avanti questo messaggio: alla LILT, infatti, si può contribuire con il volontariato, oppure con iniziative come questa, che non solo portano risorse concrete alla lotta contro le neoplasie, ma danno un esempio di come si deve affrontare e reagire al dramma della malattia, che Gerry ha vissuto personalmente».

Alla fine, stretto tra l’affetto degli amici, il sostegno della famiglia e il riconoscimento di tanti ospiti, il più emozionato forse è proprio lui, Gerry: «ogni edizione è sempre un’emozione diversa, non esiste abitudine nell’organizzare questo Premio. La malattia poteva togliermi tutto, mi ha dato molto di più: ora vivo una seconda giovinezza e voglio continuare a realizzare eventi come questo, che mi permettono di dare voce ad un messaggio di speranza attraverso testimonial straordinari del territorio cui appartengo, come Alessandra Cappellotto, campionessa nello sport e nella vita».

  

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