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Cronaca Castelfranco Veneto

Prostituzione nel centro benessere di Loreggia: arrestato il titolare

Nel mirino dei carabinieri lo "Spa club 307" di via Ceccon. Giovedì l'attività è stata sottoposta a sequestro. In manette un trevigiano

CASTELFRANCO VENETO Erano mesi che i carabinieri della compagnia di Cittadella tenevano sotto osservazione lo "Spa club 307" di via Ceccon a Loreggia, posto al primo piano di un centro commerciale. Giovedì pomeriggio, a conclusione delle indagini, l'attività è stata sottoposta a sequestro preventivo e il titolare Alberto M., 62enne nativo di Paese ma residente a Castelfranco, è stato arrestato ai domiciliari su ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Padova, Mariella Fino, che, condividendo l’ipotesi accusatoria formulata dal pm Roberto Piccione, lo ha ritenuto responsabile di favoreggiamento, sfruttamento ed induzione alla prostituzione.

SENSUALITÀ "LIBERA". Nella sua pagina Facebook, il club di Loreggia si presentava così: "Luogo ideale per i vivere appieno i tuoi momenti di relax, anche in dolce compagnia. [...] Nel nostro percorso wellness potete rilassarvi e creare presupposti per passare piacevoli momenti con altre persone che hanno la vostra stessa visione in quel mondo particolare che è la sensualità. [...] Potete sentirvi liberi di esprimere sensualità, fantasia, nel massimo rispetto dei limiti imposti dagli altri soci. Tutto è permesso ma nulla è obbligatorio".

TARIFFE E ANNUNCI. Una decina le donne, tutte giovani e avvenenti, per la maggior parte straniere, che lavoravano nel club, aperto dal 2011, anno in cui giungono ai carabinieri le prime confidenze da parte di residenti della presenza di un sospetto via vai di ragazze. Con la scusa di effettuare massaggi rilassanti, proponevano ai clienti prestazioni sessuali che, se accettavano, concordavano il prezzo con il titolare. Da 100 a 300 euro il costo della prestazione, in base ai servizi richiesti, che andavano dalla masturbazione al rapporto orale, fino a quello completo. Il titolare captava la manodopera sia su siti specializzati che attraverso falsi annunci di lavoro. Proprio dalla denuncia di una vera massaggiatrice che aveva risposto all’annuncio è partita l’intera indagine. La donna era rimasta profondamente scossa quando l'uomo l’aveva messa al corrente delle sue mansioni all’interno della spa. Intercettazioni telefoniche e registrazioni audio e video hanno successivamente consentito agli inquirenti di dimostrare che, nel circolo privato, intestato a un prestanome e di cui si diventava soci tramite il pagamento di una quota annuale di 30 euro, si erogavano prestazione sessuali a pagamento.

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