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Cronaca Mogliano Veneto / Via Trento

Scandalo prostituzione a Mogliano: arrestata una maitresse cinese

La donna offriva le prestazioni sessuali delle ragazze in un appartamento in via Trento e molti erano i clienti che usufruivano del servizio

MOGLIANO VENETO - Nella giornata di lunedì un altro duro colpo è stato inferto dai militari del Nucleo Operativo della Compagnia di Mestre allo sfruttamento della prostituzione. Questa volta, la quarta nell’arco di soli tre mesi, è stato il turno di una casa d’appuntamenti ai confini tra Mestre a Mogliano Veneto.

Nel corso del pomeriggio i militari in borghese infatti, hanno proceduto al blitz nei locali a luci rosse di un anonimo appartamento di via Trento a Mogliano Veneto, scoperto grazie all’attenta analisi degli indizi raccolti nel corso di un’analoga operazione antiprostituzione attuata nel mese di novembre 2014 a Noale (VE). Ai militari operanti nel corso della perquisizione dell’appartamento non era infatti sfuggito un numero di telefono annotato su un piccolo foglio di carta al quale, contattato, rispondeva una donna di origini cinesi. Dopo iniziali indagini incrociate, consistenti nell’analisi degli annunci su diversi siti internet e di tabulati telefonici è emerso che tale numero si riferiva ad una certa L.Y. 39enne nata a Liaoning nella Repubblica Popolare Cinese e residente regolarmente in Mogliano Veneto. Numerosissimi i soggetti che avevano contattato tale utenza, alcuni dei quali sono stati anche sentiti dagli investigatori per carpire ulteriori informazioni utili alle indagini, non senza un certo imbarazzo da parte dei clienti “pizzicati” a consumare i rapporti galeotti con le avvenenti prostitute orientali, ben reclamizzate negli annunci.

Diversi gli escamotage e le procedure di sicurezza che attuava la maitresse per tutelarsi nei confronti di eventuali controlli da parte delle forze dell’ordine, come ad esempio la prassi di “dirottare” i clienti su un civico diverso da quello dell’appartamento al fine di controllare dalla finestra, in sicurezza, chi fosse il reale cliente e se corrispondesse alla descrizione fornita dallo stesso per telefono. Una volta raccolte le testimonianze necessarie e accertato che ci si era imbattuti in un altro classico caso di sfruttamento, a seguito di alcuni servizi di osservazione e pedinamento per cogliere il momento più opportuno per colpire, i militari procedevano al blitz a seguito del quale traevano in arresto la sopracitata donna sequestrando una ingente somma di denaro ritenuta frutto dell’attività illegale, nonché numeroso materiale di consumo attinente alla stessa, un pc, telefoni cellulari e alcune agende che contenevano contatti telefonici, prontuari e tariffe delle prestazioni, oltre che le descrizioni fisiche e caratteriali dei clienti “più affezionati”, riguardo ai quali vi erano specifiche annotazioni relative alle prestazioni preferite. Molti gli annunci erotici rinvenuti. La donna veniva quindi posta agli arresti domiciliari in attesa del giudizio direttissimo da parte dell’AG trevigiana.

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