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Comune e FS firmano il protocollo d’intesa per la Treviso del futuro

Manildo: "Così Treviso cambia davvero. Abbiamo dato il via alla rivoluzione urbanistica della città". Entro il 2020 il nuovo centro cittadino

TREVISO - Si è tenuta giovedì mattina la firma del protocollo d’intesa tra il Comune di Treviso e le cinque società delle Ferrovie dello Stato per la riorganizzazione e la riqualificazione delle aree non strumentali all'esercizio ferroviario che si trovano nel comune di Treviso. All’incontro erano presenti il sindaco di Treviso Giovanni Manildo, l’assessore all’urbanistica Paolo Camolei, Carlo De Vito Amministratore Delegato di FS Sistemi Urbani e Leonardo Rainieri, responsabile Gestione e Sviluppo Asset Fs Logistica S.p.A.

L’accordo mira a ridisegnare il futuro di alcune aree strategiche della città. Si va dall’intera area della stazione con la realizzazione di un affaccio su entrambi i lati, l’eliminazione del sovrappasso ferroviario, la realizzazione di un collegamento diretto Stazione Centrale – Aeroporto e la rivisitazione dell’intero sistema viario che dai quartieri di San Lazzaro e San Zeno conduce al centro cittadino. La trasformazione urbanistica del quartiere di San Zeno coinvolgerà anche le officine Trenitalia, fino ad oggi adibite ad aree di manutenzione. Nella rivoluzione urbanistica cittadina sono previste anche lo scalo Motta di Selvana (100mila mq di proprietà di FS) e lo scalo Santi Quaranta (10mila mq) nell’area di San Giuseppe.

Così Treviso cambia davvero. Abbiamo dato il via a una vera e propria rivoluzione urbanistica della città – dichiara il sindaco Giovanni Manildo – Con questo progetto ridisegniamo completamente la città di Treviso e ridiamo valore ad aree oggi non più funzionali o addirittura abbandonate. Ripensiamo e ridefiniamo la zona della stazione, i collegamenti tra il centro e i quartieri, offriamo nuove opportunità a cittadini e turisti. Ma non sarà un libro dei sogni– assicura il primo cittadino – alla fase di redazione del masterplan e delle linee di indirizzo seguirà un concorso di idee con il quale crediamo sia possibile attrarre diversi fondi, anche europei. Inoltre nella convenzione con Ca’Foscari abbiamo richiesto la presenza di un esperto in finanza pubblica e insieme a lui cercheremo altre strade per possibili finanziamenti”. “Ringrazio tutti i firmatari presenti che hanno contribuito fattivamente, nei diversi incontri che si sono tenuti, al raggiungimento di questo importante obiettivo – ha dichiarato l’assessore all’urbanistica Paolo Camolei – E’ stato un lavoro corale che siamo certi sarà in grado di cambiare veramente il volto della nostra città”.

Il protocollo scandisce inoltre le fasi del processo che condurrà alla rivoluzione urbanistica di Treviso: il gruppo di lavoro (composto dai rappresentanti del Comune e delle società del gruppo FS, due docenti di architettura dell’Istituto Iuav, un professionista di urbanistica dell’Ordine degli Architetti, un docente di economia e finanza dell’Università Ca’ Foscari di Venezia) elaborerà, entro il 2015, un masterplan che definirà le linee guida. Successivamente verrà indetto un concorso di idee. “La strategia del nostro gruppo è sempre stata quella di rendere l’accessibilità il valore fondamentale delle stazioni che non sono un corpo estraneo alle città ma che devono al contrario colloquiare con il sistema dei trasporti – ha dichiarato Carlo de Vito amministratore delegato di FS Sistemi Urbani - Con operazioni come quella che abbiamo avviato oggi a Treviso e in tutte le città che gravitano sugli assi del sistema dell'alta velocità intendiamo migliorare l’accessibilità, far sì che le stazioni costituiscano un punto fondamentale della rete della mobilità e integrare quella su ferro con quella su strada. Lo facciamo nella logica che, essendo le risorse pubbliche destinate a realizzare le grandi infrastrutture della mobilità, si possano trovare nelle finanze private le possibilità di contribuire a questa rigenerazione. Abbiamo molti asset di manutenzione e stoccaggio che non sono più funzionali alle esigenze delle ferrovie. Questi impianti li mettiamo a disposizione di un progetto più ampio: a Treviso ci sono circa 30 ettari di territorio prossimi al centro storico in cui intendiamo definire, con la città, nuovi usi e nuove potenzialità, ma soprattutto rendere economicamente sostenibili questi interventi”.

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