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Cronaca

Quote latte, aziende trevigiane a rischio fallimento per errori di calcolo

I funzionari Agea sono accusati dal gip di Roma di falso in atto pubblico per aver usato dati sbagliati nel calcolo delle sanzioni comminate agli allevatori. In molti avrebbero pagato più del dovuto, dissanguandosi

Nuovi sviluppi nella vicenda quote latte. I funzionari Agea sono finiti sotto inchiesta e sono accusati dal gip di Roma di falso in atto pubblico per aver utilizzato dati sbagliati nel calcolo delle sanzioni comminate agli allevatori.

La vicenda delle quote latte è partita nel 1984 e nel corso degli anni ha visto casi di allevatori furbi, ma anche molti imprenditori del settore mettersi in regola, acquistando quote e versando le multe, in diversi casi anche compromettendo la salute della propria attività.

Anche in provincia di Treviso qualche decina di aziende è entrata in crisi per far fronte al pagamento di sanzioni superiori anche a 100 mila euro, multe che ore potrebbero rivelarsi ingiustificate. 

LUCA ZAIA - A sollevare il polverone, a suo tempo, era stato il governatore del Veneto Luca Zaia, allora ministro dell'Agricoltura, la cui azione si era tradotta in un'indagine per le frodi comunitarie dei carabinieri.

''Mi verrebbe da dire 've l'avevo detto' - ha commentato il presidente della Regione alla notizia delle accuse formalizzate dal gip di Rome - I carabinieri hanno preparato una relazione in totale e piena autonomia e l'hanno consegnata alle procure ed ora sono partiti gli avvisi di garanzia, nonostante il mondo intero dicesse che si trattava di quisquilie. Ho quindi fiducia nella magistratura, a cui va lasciato spazio di chiarire fino in fondo una vicenda che ha angosciato i cittadini, perché non è un problema di difendere chi fa parte dei cobas o meno, ma un problema di legalità''.

Il governatore, tuttavia, esulta solo in parte: "'Se fosse dimostrato che i due miliardi e mezzo di multe pagate all'Europa sono state pagate per nulla, ciò farebbe tacere i tanti tromboni, ma sarebbe molto grave. Il danno più grande ce l'avrebbe infatti un Paese che avrebbe pagato sanzioni non dovute e non sarebbe la prima volta che ciò succede in Europa. Certo, la partita è farraginosa e, se fosse dimostrato tutto ciò, lo Stato dovrebbe chiedere i soldi indietro''.

RUBINATO - E' preoccupata delle conseguenze anche Simonetta Rubinato, parlamentare del Pd e sindaco di Roncade: “Se l’accusa del gip di Roma nei confronti dei funzionari Agea dovesse venire confermata, il Governo si troverebbe a gestire un’altra emergenza per i conti pubblici visto che le eventuali restituzioni dovute in tal caso agli allevatori ammonterebbero a 2,4 miliardi di euro".

Perciò secondo la parlamentare occorre fare chiarezza al più presto. "La notizia dell’indagine sui funzionari dell’Agea – osserva l’on. Rubinato - oltre a gettare un ombra di discredito sull’agenzia ministeriale, rischia di essere la goccia che fa traboccare il vaso in un settore, quello primario, già in crisi, che proprio in questo momento sta facendo i conti con un’altra emergenza, legata ai controlli in corso in tutta Italia da parte della guardia di fFinanza sui centri assistenza agricola in merito alle erogazioni di contributi Pac per l’agricoltura".

"Ben vengano i controlli per fare luce su eventuali truffe nell'utilizzo dei fondi europei - prosegue Rubinato - ma considerato che è stato disposto in via generale il blocco cautelativo del pagamento dell'anticipo Pac 2013 è necessario che quanto prima sia fatta chiarezza e vengano distinti i furbetti da molti allevatori perbene per i quali questi contributi sono necessari a far sopravvivere la propria impresa. Non si può rischiare oltre al fallimento delle aziende anche una vera e propria ribellione. Su questo - conclude - con i colleghi della commissione agricoltura  presenteremo un'interrogazione".

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