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Cronaca Pieve di Soligo

Rapina gioielleria Toffolatti Pieve di Soligo, arrestate 4 persone

I carabinieri di Treviso hanno individuato e arrestato quattro persone, ritenute responsabili della rapina ai danni della gioielleria Toffolatti di Pieve di Soligo dell'8 novembre 2012. I banditi sono stati incastrati dal dna

Hanno un volto e un nome i quattro rapinatori che l'8 novembre 2012 spararono al gioielliere Pierpaolo Toffolatti, a Pieve di Soligo.

I carabinieri di Treviso hanno arrestato quattro campani, traditi dalle tracce di dna lasciate nel negozio durante la rapina a mano armata di quella sera.

Uno degli indagati, residente in provincia di Treviso, era il basista della banda mentre gli altri tre corregionali,  G.L. di M. 37 anni di Napoli, G.D.A. 21 anni di Mugnano e F.S., 35 anni di Napoli, erano arrivati a Pieve di Soligo appositamente per mettere a segno il colpo.

Il commando aveva fatto irruzione intorno alle 19 dell'8 novembre scorso ed era riuscito ad arraffare diversi gioielli. All'interno del negozio c'erano Pierpaolo Toffolatti e il padre.

Il gioielliere aveva provato ad opporsi, ma uno dei malviventi aveva fatto fuoco, colpendolo.

Dopo la rapina i malviventi erano fuggiti a bordo di una Uno rossa e avevano fatto ritorno nelle loro abitazioni, sicuri che non sarebbero stati rintracciati. Ma si sbagliavano.

Le indagini dell'Arma trevigiana sono partite dall'unica certezza, ovvero che ad agire fossero stati degli italiani. Ma la svolta è arrivata grazie alle analisi dei filmati delle telecamere a circuito chiuso della gioielleria e a una traccia sudore, che si è rivelata utile per risalire al dna, lasciata sul volante della Uno.

Le riprese video hanno permesso agli inquirenti di individuare l'auto del basista, intercettata mentre scortava i rapinatori fino alla gioielleria. L'uomo, che ha collaborato con i militari, si trova ora agli arresti domiciliari.

Ma il lavoro degli investigatori ha portato alla luce anche un altro retroscena. I tre malviventi in trasferta furono fermati dalla polizia stradale a Casalecchio di Reno mentre viaggiavano in camper, qualche giorno dopo il colpo a Pieve di Soligo. In quell'occasione gli agenti trovarono passamontagna, ricetrasmittenti e due borsoni, simili a quello abbandonato nei pressi della gioielleria.

Gli indagati sono accusati a vario titolo di tentato omicidio, rapina a mano armata, porto e detenzione illegale di armi.

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