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Cronaca Pieve di Soligo / Via Gaetano Schiratti

Morto l’anziano legato e rapinato in casa, arrestato 36enne

L'aggressore, ora in carcere, nella fuga è stato placcato da un vicino e poi consegnato ai carabinieri. L'83enne, malmenato per motivi ancora in fase di accertamento, è invece deceduto in ospedale

Sono minuti di puro terrore, e per questo interminabili, quelli che ieri sera (intorno alle ore 19) ha dovuto vivere l'83enne Adriano Armellin di Pieve di Soligo, legato in casa e poi picchiato a morte da un 36enne marocchino dimorante nel vittoriese, Boumarouan Mohamed. L'anziano, ritrovato esanime da uno dei figli che non lo sentiva da alcune ore, è stato subito ricoverato in gravissime condizioni all'ospedale Ca' Foncello di Treviso a causa delle numerose ferite riportate principalmente al cranio, ma purtroppo è poi spirato nella mattinata di sabato dopo 12 ore di agonia. L'aggressore, invece, su disposizione della Procura della Repubblica di Treviso si trova ora in carcere a Santa Bona con l'iniziale accusa di tentata rapina aggravata in abitazione poi tramutata in omicidio preterintenzionale. L'arrestato è ora a disposizione dell'Autorità Giudiziaria e il Sostituto Procuratore incaricato ha già chiesto al GIP la convalida dell'arresto la cui udienza avrà luogo nei prossimi giorni. Armellin, invece, lascia nel dolore i due figli, Marco e Andrea, oltre a tanti amici che si sono subito stretti intorno alla famiglia in questo momento di dolore.

I fatti

Secondo una prima ricostruzione operata dai militari della Compagnia di Vittorio Veneto, il 36enne si sarebbe introdotto illegalmente nell'abitazione dell'Armellin (al primo piano di un condominio in via Schiratti dove vive da solo dopo esser rimasto vedovo), Vistosi scoperto dal proprietario di casa, lo ha prima aggredito e poi gli ha legato mani e piedi con delle corde trovate in uno sgabuzzino al fine di picchiarlo a sangue in maniera selvaggia, anche con delle bottiglie, per farsi consegnare forse ori e denaro ma racimolando solo spiccioli, una busta di surgelati ed una merendina. Una volta uscito di casa per fuggire con la refurtiva, però, l'aggressore è stato notato da alcuni vicini che, vedendo il corpo quasi ormai inerme e insanguinato dell'83enne, hanno subito bloccato l'uomo nell'attesa dell'arrivo dei carabinieri.

«Ho subito notato questo uomo sconosciuto uscire zoppicante dal condominio - racconta Luciano, colui che ha bloccato l'assassino - Al che gli ho chiesto chi fosse e mi sono sentito rispondere che era andato da una mia vicina a chiedere del cibo. Pochi istanti dopo ho però sentito le urla della signora che lo additava come ladro e l'ho dunque fermato. Solo poi mi sono accorto delle merendine e degli spiccioli sparsi per terra».

Inoltre, da quanto finora emerso, il 36enne nella fuga è caduto da una pensilina nel cortile del signor Luciano, ferendosi così in maniera seria ad una gamba, tanto che una volta arrestato è stato prima condotto per le cure del caso all'ospedale di Conegliano e poi portato in carcere. Ancora per ora ignote le reali cause che hanno portato l'uomo all'aggressione, ma tutto propenderebbe per un "semplice" furto terminato purtroppo in un omicidio. Sotto sequestro, invece, la casa dell'83enne.

Il commento di Zaia

Così il Governatore del Veneto, Luca Zaia, una volta appresa la notizia che l'anziano era ricoverato in gravissime condizioni in ospedale: «Auspico il massimo della pena per il cittadino di origine marocchina che ha ridotto in fin di vita un innocente ottantaquattrenne. Un anziano vedovo, che viveva da solo, completamente indifeso che è stato picchiato selvaggiamente nella sua abitazione nel tentativo di una rapina». 

«Fatti di questa gravità non sono tollerabili in una società civile - sottolinea il governatore Zaia -. Nessuno può essere giustificato nell’accanirsi contro una persona anziana, sola e fragile. Ora confido che la giustizia agisca rapidamente e che la punizione sia esemplare. Vorrei anche ringraziare personalmente i vicini di casa della vittima per il pronto intervento che, da un lato, ha garantito di assicurare alla giustizia chi ha commesso questa atrocità e, dall’altro, di soccorrere il povero anziano. Ringrazio anche le forze dell’ordine e gli operatori sanitari che con ogni mezzo stanno provando a salvare la vita di un uomo innocente. Forza Adriano, facciamo tutti il tifo per lei».

Successivamente, appena saputo della morte dell'83enne, il presidente del Veneto ha aggiunto: «Un epilogo peggiore non poteva esserci. Penso solo a cosa ha subito questo signore, alla sofferenza patita. Ci aspettiamo veramente giustizia, se così si può dire, perché davanti alla perdita di una vita umana in una maniera del genere non esiste giustizia. Però non vorrei assistere a situazioni che abbiamo già vissuto in passato. Voglio ripeterlo ancora - sottolinea ancora Zaia -. Questo è un fatto intollerabile in
una società civile: confido che la giustizia agisca rapidamente e che la punizione sia esemplare. Qui serve il massimo della pena. Il cordoglio va alla famiglia di Adriano Armellin – conclude –, la mia vicinanza vi giunga in questo momento terribile».

Medesima opinione anche del capogruppo Lega-Liga Veneta in Consiglio Regionale del Veneto, Alberto Villanova: «Adriano Armellin era un lavoratore, un padre di famiglia, una persona buona. Sono vicino ai suoi cari, così come tutta la comunità di Pieve di Soligo si stringe attorno alla sua famiglia. Morire a 83 anni, in casa propria per la sola colpa di imbattersi in un balordo assassino che invece di andare a lavorare, come facciamo tutti qua, entra in casa d’altri e picchia fino ad uccidere è qualcosa di inconcepibile. Ringrazio i Carabinieri che come sempre, hanno permesso di assicurare alla giustizia il colpevole. Ma l’omicida di Adriano non merita né pena né perdono. Niente e nessuno può giustificare una violenza così malvagia e disumana. Per questo dico che la nostra città e la nostra società, non sanno cosa farsene di un farabutto come questo: deve restare in carcere fino all’ultimo dei suoi giorni, ancora meglio se nel suo Paese».

Così, infine, Giovanni Zorzi, segretario provinciale del Partito Democratico a Treviso: «La barbara uccisione di Adriano Armellin non ci deve lasciare indifferenti. Esprimiamo la massima vicinanza alla famiglia e a tutta la comunità di Pieve di Soligo. Non possiamo permettere che la Marca ripiombi negli anni bui del massacro di Gorgo, non possiamo lasciare nella paura famiglie e anziani. L’assassino va assicurato alla giustizia senza sconti. Questo però purtroppo non basta. Stiamo vivendo una fase molto problematica: la crisi economica provocata dalla pandemia sta esasperando situazioni di disagio sociale. Serve la massima attenzione. Tutti sono chiamati a fare la loro parte, istituzioni e cittadini, per garantire la sicurezza delle nostre comunità. Rafforzare il presidio del territorio vuol dire incrementare personale e dotazioni delle forze dell’ordine e diffondere e incentivare le pratiche di controllo di vicinato ma anche mettere i servizi sociali nelle condizioni di gestire queste situazioni di disagio. La sicurezza è una priorità assoluta ma affinché non sia solo uno slogan deve essere affrontata con una capacità di risposta più coordinata e incisiva del territorio tra prefettura, comuni, forze dell’ordine e cittadini».

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