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Cronaca Fontanelle

Rapina in gioielleria a Vicenza, la vittima viveva a Fontanelle

Identificato l'uomo deceduto dopo il colpo alla gioielleria Zancan di Ponte di Nanto. E' un nomade nato a Vicenza che viveva nella Marca

FONTANELLE E’ un trevigiano la vittima di una rapina finita nel sangue a Vicenza. Erano le 18.30 di martedì quando a Ponte di Nanto, nel Vicentino, un commando ha assaltato la gioielleria Zancan. Durante il colpo, un benzinaio secondo le ricostruzioni degli inquirenti ha provocato una sparatoria che si è conclusa con la morte di uno dei rapinatori, che viveva a Fontanelle.  

"Il deceduto è stato identificato per Cassol Albano n. a Vicenza il 6.3.1974, nomade – si legge in un comunicato della Procura -. Sono in corso le indagini, affidate al Sostituto Dr.ssa Gava, per la ricostruzione del complesso evento. Esse saranno condotte con tutta la debita accuratezza ma si presentano articolate e necessitano di plurimi accertamenti tecnici, per cui gli esiti non possono essere immediati, anche quanto alla necessaria ricostruzione dinamica dell’accaduto. In funzione di esse, l’iscrizione a registro degli indagati del cittadino intervenuto è atto dovuto, reso indispensabile dall’esigenza di garantire la partecipazione e l’interlocuzione della Difesa agli accertamenti tecnici. Pertanto, l’astratta ipotesi di reato che interessa quest’ultimo è quella di eccesso colposo in legittima difesa ovvero nell’uso legittimo delle armi, ma la situazione processuale sarà meglio determinata, sia sotto il profilo di configurazione giuridica che di effettiva responsabilità, solo all’esito delle indagini, che saranno compiute con ogni attenzione, obbiettività e diligenza". Sarebbero  stati tre i colpi esplosi dal benzinaio contro i 7 o 8 colpi di kalashnikov sparati dai rapinatori. Lo hanno accertato i carabinieri.

LA RAPINA Secondo quanto gli investigatori sono riusciti a ricostruire, i cinque rapinatori sono scesi da una Laguna station wagon, due sono rimasti fuori dal punto vendita, armi in pugno, e tre hanno iniziato l'operazione. Una commessa si è accorta di quanto stava per accadere ed ha bloccato la porta girevole, proprio mentre il primo stava entrando. L'uomo, forse la vittima, è rimasto intrappolato. I complici hanno preso a picconate il vetro per liberarlo e da questo momento la situazione è esplosa: il benzinaio, che dal suo distributore aveva assistito a tutta la scena, ha preso il suo fucile a pompa ed ha esploso un colpo in aria, danneggiando un terrazzo. I banditi hanno risposto al fuoco e sono risaliti precipitosamente in auto, minacciando i testimoni e, forse, continuando a far fuoco. Il benzinaio potrebbe aver risposto.  Poi la folle corsa della station wangon per alcune centinania di metri e lo schianto contro un ponte, in una curva a gomito. Dalla vettura sono scesi in 4: poco distante avevano lasciato un'altra auto, un'Audi A8, a bordo della quale si sono dati alla fuga. Il quinto, che era alla guida, è stato trovato riverso sul volante, in una pozza di sangue, probabilmente ucciso da un colpo di arma da fuoco. 

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