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Cronaca

Rete Studenti torna in piazza contro lo sfruttamento dell'alternanza scuola-lavoro

Studenti e docenti insieme, nelle scuole e nelle piazze del Veneto, venerdì 17 novembre per una nuova manifestazione contro lo sfruttamento del progetto scuola-lavoro

TREVISO Il caso dello studente dell'Istituto Sartor che spalava letame in alternanza scuola lavoro è sbarcato a Roma. È poco rassicurante, però notare come l'alternanza scuola lavoro nella sua accezione più negativa (quella di lavoro travestito da formazione, quella di pratica senza teoria nè informazione date allo studente) riceva attenzione solo quando il caso fa notizia.

All'agrario Sartor si spalava il letame. Ma da quella piazza della Rete degli Studenti Medi, a Castelfranco Veneto, non è uscito solo quello: è emerso un universo di tutele mancate, di episodi di disorganizzazione, di mancata partecipazione degli studenti, di alternanze andate male e mai valutate male. L'alternanza scuola-lavoro deve essere oggetto di una ripensamento che comprenda tutto il sistema scolastico, ed è un processo che va avviato subito. Ma nel frattempo gli studenti non possono rimanere abbandonati,  senza tutele. "La Rete degli Studenti Medi del Veneto lancia lo Statuto dello Studente in alternanza in tutte le scuole del Veneto, per gli studenti veri, non per quelli che si citano sui giornali, in risposta all'insufficienza di quella che sarà la Carta dei Diritti del Ministero." Dichiara Rachele Scarpa, coordinatrice Regionale della Rete del Veneto. "Bisogna ribadire che gli studenti in alternanza svolgono attività di apprendimento e non lavorative. Come FLC riteniamo che debbano essere protagonisti coinvolti, consapevoli e critici, e per questo sosteniamo l'iniziativa della Rete degli Studenti Medi di promozione degli statuti dell'alternanza all'interno delle scuole: la qualità formativa è una battaglia di tutti, studenti e docenti." Continua Marta Viotto, segretario generale della FLC Cgil Veneto. " Per questo saremo in piazza, come il 13 ottobre anche il 17 novembre, per chiedere che le istituzioni si prendano in carico non uno, ma tutti i casi di studenti abbandonati a loro stessi in alternanza." Conclude Scarpa

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