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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Accolti alcuni ricorsi sulla "Buona scuola", Donazzan: "Freno al dirigismo centralistico"

L'assessore regionale all'Istruzione e alla Formazione accoglie con soddisfazione il pronunciamento della Corte Costituzionale in merito alla riforma Renzi-Giannini

TREVISO “Non è una vittoria formale, ma la sentenza con la quale i giudici della Corte Costituzionale accolgono alcuni dei ricorsi mossi dalle regioni Veneto e Puglia sulla ‘buona scuola’ segna un punto importante a nostro favore e rappresenta un nuovo affondo contro il dirigismo centralistico”.

Elena Donazzan, assessore all’Istruzione e alla Formazione della Regione Veneto, accogli con soddisfazione il pronunciamento con il quale i giudici della leggi hanno dichiarato ‘incostituzionali’ alcuni aspetti della riforma della scuola attuata dal governo Renzi (la legge 107 del luglio 2015), in particolare quelli relativi ai nidi e scuola dell’infanzia, e all’edilizia scolastica.

Del ventaglio di ‘doglianze’ mosse dalle due regioni contro la cosiddetta ‘Buona scuola’, i giudici della Consulta (con sentenza 284 del 2016 redatta da Giuliano Amato) hanno fato accoglienza alla richiesta di coinvolgimento regionale nella gestione delle risorse per la costruzione e manutenzione degli edifici scolastici e hanno chiarito che in materia di nidi e di scuole dell’infanzia, “spetta alla potestà legislativa delle Regioni l’assetto organizzativo”, nonchè la “determinazione degli standard strutturali, organizzativi e qualitativi dei servizi educativi per l’infanzia”.

“Anche se i giudici costituzionali non hanno accolto tutti i motivi di impugnativa proposti dal Veneto, in particolare la nostra richiesta di avere la titolarità dell’offerta formativa e dell’organizzazione dei percorsi di formazione professionale – commenta Donazzan – la sentenza di fine anno boccia l’impostazione dirigistica del governo che avrebbe voluto, con una legge delega, determinare anche organizzazione, standard e programmi dei nidi e delle scuole materna. Per il Veneto, regione nella quale due bambini su tre frequentano le scuole paritarie dell’infanzia e dove l’amministrazione regionale ha sempre tutelato e difeso il pluralismo scolastico, una norma di questo tipo avrebbe rappresentato una inaccettabile e invasione di campo”.

“Alla stessa stregua difendo, e ringrazio la Corte per la sentenza – aggiunge l’assessore regionale – il diritto della regione e degli enti locali di essere almeno sentiti nella distribuzione delle risorse tra le regioni per la costruzione di nuove scuole e la messa insicurezza di quelle esistenti”.

“Dopo le picconate della Corte sulla legge Madia di riforma della pubblica amministrazione – conclude Donazzan – il nuovo pronunciamento dei giudici costituzionali sulla ‘Buona scuola’ restituisce significato e vigore al ruolo programmatorio e organizzativo delle Regioni e ribadisce che lo Stato non può intervenire oltre i limiti prefissati dalla Carta. Per il Veneto, che nel 2017 andrà a referendum per dare una investitura popolare alle proprie richieste di maggiore autonomia, questa sentenza rappresenta un ulteriore e importante viatico per la propria storica battaglia”.

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