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Cronaca

Riforma sanitaria, il volontariato veneto incontra la quinta Commissione Regionale

Il Volontariato Veneto, incontrato dai componenti della V Commissione consigliare, comunica le proprie osservazioni sull’applicazione della riforma sanitaria, alla luce dei cambiamenti che si paventano nei documenti approvati dalla Giunta Regionale, in fase di discussione

TREVISO I presidenti dei CSV di Treviso e Venezia, Alberto Franceschini e Giorgio Brunello, in rappresentanza di tutti i CSV del Veneto, hanno incontrato nei giorni scorsi la V Commissione Regionale (Sanità e sicurezza Sociale) per esprimere la  preoccupazione del mondo del volontariato verso i  nuovi assetti delle Aziende Ulss, con particolare riferimento ai Distretti. I servizi sociali e il ruolo dei distretti, le strutture complesse, gli ospedali di comunità, le conferenze dei Sindaci, le nuove Aulss Provinciali; questi i temi principali affrontati durante l’audizione con la V Commissione.

I portavoce dei CSV Veneti hanno subito sottolineato che a livello di Distretto la funzione che una volta era svolta dal Direttore dei Servizi Sociali è attribuita al Direttore del Distretto stesso. Data la dimensione assunta dai Distretti, pari a quella delle ex Ulss, si ritiene necessario ci sia una responsabilità precisa del settore Sociale a livello di Distretto. Nella precedente esperienza riguardante la gestione dei Piani di Zona il Volontariato ha collaborato fattivamente con i Direttori dei Servizi Sociali delle diverse Ulss. La nuova organizzazione pregiudica tutta l’attività socio-sanitaria dei Distretti, che invece andrebbe mantenuta e consolidata. Il mondo del volontariato ritiene inoltre che un piano di zona non possa avere una durata quinquennale o, come in questo caso, addirittura superiore ma tempi più contenuti per dare la possibilità di realizzare le progettualità previste.

Un ulteriore elemento di preoccupazione riguarda la configurazione delle Conferenze dei Sindaci nei futuri assetti. Il mondo del volontariato e terzo settore ritiene infatti sia una componente importante delle attività socio-sanitarie a livello di Distretto, non solo perché le amministrazioni investono buona parte delle risorse ma anche perché i Sindaci sono i primi a dover rispondere della programmazione socio-sanitaria nei loro territori. 

Anche il taglio delle strutture complesse è un altro problema posto alla V Commissione. Secondo i portavoce dei CSV Veneti, va infatti rivista la scelta di riunire e declassare tutti gli ambiti del sociale in due sole unità operative semplici (Infanzia, adolescenza, famiglia e consultorio, e Disabilità e anziani) in ambiti peraltro molto diversi tra loro, che devono essere seguiti da persone con caratteristiche e competenze diverse. L’obiettivo di ridimensionare in qualche modo gli organici delle strutture complesse porti quindi ad un accorpamento che non ha una sua logica.

Un ultimo passaggio è stato sugli Ospedali di Comunità, che attualmente non sono stati avviati, e probabilmente saranno avviati previa la riduzione dei posti letto negli Ospedali. I Presidenti dei CSV di Treviso e Venezia hanno sottolinato come la realizzazione delle strutture intermedie sul territorio sia necessaria da un lato ad aiutare le persone che vengono dimesse come “acuti” e dall’altro quelle persone che non hanno bisogno di essere ricoverate negli Ospedali per “acuti”, ma che si trovano senza rete parentale che possa aiutarle.

“La Legge di Riforma 106/16 (riforma del Terzo Settore) stabilisce che i CSV saranno chiamati a dare servizi a tutte le realtà del Terzo Settore e non solo alle associazioni che vi aderiscono, credo quindi si debba ribadire come il volontariato debba essere una parte importante della pianificazione e della progettazione dei Piani regolatori del Sociale, e su questo devono essere sicuramente chiamati ad essere partecipi i CSV. – hanno dichiarato Alberto Franceschini e Giorgio Brunello rispettivamente Presidenti di CSV Treviso e  CSV Venezia – Questo vale anche per gli atti di indirizzo, qualora vi sia questa concentrazione forte verso la sanità rispetto al sociale, riteniamo si debbano ascoltare i CSV che ricordiamo avranno con sé le APS e la Cooperazione Sociale.”

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