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Cronaca

Sappada abbandona il Veneto e torna in Friuli: la Camera dà il via libera definitivo

Il Veneto perde, nella giornata di mercoledì 22 novembre, uno dei suoi comuni più conosciuti. La Camera dei deputati ha approvato il ddl sollevando numerose reazioni nel mondo politico

TREVISO Da mercoledì 22 novembre il Veneto ha un comune in meno. A deciderlo è stata la Camera dei deputati che con 257 voti a favore ha approvato il disegno di legge per far ritornare Sappada alla regione del Friuli Venezia Giulia.

Dalla provincia di Belluno a quella di Udine in una mattinata o poco più per il conosciutissimo paese di montagna, meta ideale per migliaia di turisti sia durante la stagione invernale che in quella estiva. Il comune può così ritornare alla sua regione originaria, da cui era stata separata nel 1852. Il voto finale in parlamento ha scatenato subito diverse polemiche tra gli esponenti della scena politica veneta. "A Roma si continua a banalizzare, si pensa che la cura, che sarebbe l'autonomia, si possa sostituire con amputazioni ad hoc". E' questo il primo commento del presidente della regione Veneto, Luca Zaia, che ha promesso di ritornare sull'argomento anche nella giornata di domani, giovedì 23 novembre, quando a Roma si terrà l'incontro per fare il punto sull'autonomia del Veneto. La consigliera regionale Laura Puppato non ha perso occasione invece per sottolineare come, solamente cinque anni fa, la Lega Nord, che oggi critica tanto la decisione della Camera dei deputati, si fosse dichiarata favorevole a un eventuale passaggio di Sappada al Friuli Venezia Giulia. "Dispiace assistere all'ennesimo voltafaccia della maggioranza politica veneta che, come su tutte le questioni più importanti per la nostra Regione, sembra avere molta più confusione che certezze sul da farsi".

Per il sindaco di Belluno, Jacopo Massaro, l'uscita di Sappada dal Veneto è "il paradigma e l'esemplificazione del totale fallimento delle politiche per la montagna di Regione e Stato". Di opinione leggermente diversa invece il parlamentare del Movimento 5 Stelle Federico D'Incà che ha definito il passaggio come un "momento storico per la provincia di Belluno. Infatti, ora che un comune è passato al Friuli, di fatto tutti i comuni di confine possono passare nelle regioni e alle provincie a statuto speciale confinanti, come è previsto dalla Costituzione. Peccato che questa vera riforma costituzionale sia stata votata nell'indifferenza di un Parlamento che non si è accorto della potenza dirompente di quanto andava a trattare" ha dichiarato. Per l'associazione Comuni Confinanti il "Caso Sappada" è il simbolo del "fallimento della politica italiana, insensibile ai problemi dei comuni confinanti che da anni lottano per far valere i propri diritti. O tutti i comuni confinanti se ne vanno oppure nessuno abbandona il Veneto." questa la loro posizione sull'argomento. Per Serena Pellegrino di Sinistra Italiana il passaggio di Sappada alla provincia di Udine è "un atto dovuto che rispecchia la volontà del popolo sovrano". "È un duro colpo per il Veneto e certo da veneta guardo con tristezza una delle nostre perle che se ne va. Ma Sappada oggi è la voce squillante che ci dice che la democrazia non è morta e riporta la classe politica e dirigente con i piedi per terra: mai dimenticare che siamo eletti come rappresentanti della volontà popolare" ha concluso la senatrice Raffaela Bellot del gruppo politico "Fare".

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