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Cronaca

Scandalo Compiano: sequestrati beni e immobili per 16 milioni

Le indagini dell'Autorità giudiziaria di Treviso si sono svolte con la collaborazione della Finanza e degli ispettori della Banca d'Italia

TREVISO — Immobili, auto e moto. La Guardia di Finanza di Treviso ha posto sotto sequestro beni riconducibili al Gruppo Compiano per 16 milioni di euro, equivalenti alle somme non versate al fisco. Gli accertamenti fiscali sono cominciato a ottobre 2013 nei confronti della storica società di custodia e trasporto valori North East Services, quando alcuni istituti di credito avevano sporto querela a causa dei continui rinvii nel riavere i propri soldi. L’indagine, denominata “Collezione fatale”, è stata condotta dal nucleo di polizia tributaria di Treviso ed è partita proprio dalla scoperta di un ammanco all’interno del caveau di Silea di diversi milioni di euro.

LE PRIME PERQUISIZIONI Le Fiamme Gialle, su disposizione dell’autorità giudiziaria, a seguito della scoperta del “buco” avevano dato il via a diverse perquisizioni sia presso la sede della società Nes che all’interno di abitazioni private, come nelle 11 sale conta nella disponibilità dell’azienda e con il supporto di una decina di funzionari della Banca d’Italia. Ne era conseguito il rinvenimento di 102 assegni rilasciati da Luigi Compiano a Massimo Schiavon per un totale di ben 31 milioni di euro. Proprio il ritrovamento degli assegni ha consentito agli investigatori di contestare al patron dell’azienda, Luigi Compiano, l’appropriazione indebita del denaro dal caveau. Prelievi di contanti che sarebbero avvenuti secondo gli inquirenti con l’ausilio di due complici, entrambi dipendenti.

Il tesoro di Compiano

IL COLLEZIONISTA A seguito degli accertamenti la Guardia di Finanza ha scoperto che Luigi Compiano era un vero e proprio collezionista di veicoli (Porsche, Ferrari, Aston Martin, Lamborghini, Bugatti, ecc), oltre che di motoveicoli, barche, tutto rigorosamente custodito all’interno di alcuni capannoni della provincia di Treviso. Luigi Compiano, secondo gli investigatori, aveva creato un cosiddetto “schermo societario”, una Srl chiamata Autocom di cui lui risultava rappresentante legale e la moglie socia, per la compravendita dei veicoli. Le Fiamme Gialle, però, hanno scoperto che in realtà non avveniva alcuna cessione, ma Compiano avrebbe comprato e intestato all’azienda un centinaio di auto per quattro milioni di euro. Una società creata per eludere la riconducibilità alla persona fisica. (VIAGGIO TRA IL TESORO DI COMPIANO: IL VIDEO)

INDAGATI Allo stato attuale risultano indagate cinque persone. Il primo è Luigi Compiano, sia per appropriazione indebita che per reati tributari. Viene contestata l’approrpiazione indebita anche a Massimo Schiavon e a Gianluca Campagnaro. Gli ultimi due indagati sono il fratello di Compiano, Marco e un dipendente, ai quali vengono contestati reati tributari. Le indagini però, assicurano le Fiamme Gialle, proseguiranno per scoprire l’eventuale presenza di conti correnti all’estero.

EVASIONE FISCALE E SEQUESTRI In totale gli inquirenti hanno contestato 27 milioni di euro di Iva non versata, costi indeducibili per otto milioni di euro, ritenute certificate non versate per 5 milioni di euro. La Guardia di Finanza ha proceduto quindi al sequestro preventivo di quote societarie per 1,3 milioni di euro, immobili (di cui due ville in provincia di Treviso del valore di 3 milioni di euro), e 329 mezzi tra veicoli e moto per un valore di 13 milioni di euro. Gli inquirenti hanno motivo di ritenere che l'appropriazione indebita di denaro abbia avuto luogo nel corso degli ultimi vent'anni. Per mascherare i continui ammanchi e far quadrare sempre i conti, era stato creato ad hoc un programma informatico che consentiva di mostrare sempre tutto "in regola".

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