Sciopero dei benzinai, pompe chiuse dal 16 al 19 luglio 2013
L'agitazione dei gestori dei distributori di carburante riguarda la rete autostradale, le tangenziali e i raccordi e riguarda il rincaro selvaggio dei prezzi
Corsa ai distributori di carburante, martedì, per chi si muove lungo le autostrade. I gestori delle pompe di benzina hanno confermato lo sciopero lungo le tratte autostradali, tangenziali e sui raccordi dalle 22 del 16 luglio alle 6 del 19 luglio.
Le sigle sindacali accusano il governo di essere stato "indifferente" alle loro denunce. In una nota Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Anisa Confcommercio sottolineano: "Solo assoluta indifferenza. Nessun intervento per esercitare le prerogative istituzionali indirizzate a garantire il rispetto delle leggi e degli accordi formalmente sottoscritti. Nessuna attività di mediazione fra le parti per impedire un vero e proprio 'olocausto' economico perpetrato ai danni di centinaia di imprese di gestione e di oltre seimila lavoratori cui viene violentemente sottratto reddito e posto di lavoro".
La conferma dell'agitazione arriva dopo che il ministro per lo Sviluppo economico, Flavio Zanonato, aveva richiamato gli operatori del settore, invitandoli a contenere l'aumento dei prezzi del carburante durante i mesi estivi. A dispetto dell'intervento del ministro padovano, però, i prezzi praticati sul territorio sono ancora in leggero aumento per tutti, pompe no-logo comprese.
Intervento giudicato inutile dal Codacons, che attraverso il suo presidente, Carlo Rienzi, ricorda come il governo abbia strumenti ben più efficaci delle "ramanzine" per contenere i listini dei carburanti e ottenere una diminuzione dei prezzi, per esempio intervenendo sulle tassazioni.
Secondo i calcoli dell`Osservatorio nazionale Federconsumatori i prezzi dei carburanti in Italia, ad oggi, sono superiori di 6-7 centesimi rispetto al giusto livello al quale si dovrebbero attestare. "Una maggiorazione - spiega l'associazione - che comporta ricadute per gli automobilisti pari a +84 euro annui per costi diretti. Ma, quel che è peggio, sono lo gravi ricadute che tale andamento determina sul complesso dei prezzi e delle tariffe, pari a +68 euro annui. Tra costi diretti ed indiretti, quindi, le ricadute sono di oltre 152 euro annui".