Finte società e documenti falsi per clandestini, scovata centrale
L'indagine della guardia di finanza è partita nel 2011 e ha portato alla scoperta di un'organizzazione che procurava documenti falsi per immigrati cinesi irregolari
Dagli abiti contraffatti ai documenti falsi: un'indagine della guardia di finanza di Treviso ha portato alla luce una vera e propria centrale per la produzione di documenti falsi per la regolarizzazione dei clandestini.
Nell'operazione è stato arrestato un cittadino cinese, mentre una connazionale è tutt'ora ricercata.
L'indagine è partita l'anno scorso, dopo il sequestro di quasi 4 tonnellate e mezza di sigarette di contrabbando e di migliaia di scarpe con marchi contraffatti, in un magazzino di Altivole.
In quell'occasione era stata denunciata la cinese, ora latitante, ma ulteriori accertamenti su di lei hanno spinto i finanzieri, coordinati dalle procure di Treviso e Rovigo, ad allargare le indagini tra le province di Prato, Milano, Perugia, Venezia, e Rovigo.
Ne è emerso che la donna aveva creato con il connazionale arrestato società fittizie in tutta Italia, per produrre buste paga e contratti di lavoro subordinato allo scopo di ottenere rinnovi di permessi di soggiorno per cinesi. Attraverso un'attività commerciale, poi, hanno attivato migliaia di schede telefoniche a nome di utenti ignari o inesistenti, che venivano utilizzate per le comunicazioni "in codice" .
Tutte le scritture contabili sono state distrutte dagli indagati stessi.