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Cronaca

Transessuale estorceva denaro ai propri clienti, ricattandoli con i social: arrestato

Oltre 20 i casi accertati di estorsione, da giugno a dicembre, da parte dell'uomo. Martedì i carabinieri hanno eseguito nei suoi confronti un'ordinanza di custodia cautelare in carcere

PADOVA Ricatti a "luci rosse", da parte di un transessuale, nei confronti dei propri clienti, costretti a sborsare soldi, altrimenti avrebbe reso note le loro preferenze sessuali tramite i social network.

IN CARCERE. Sono oltre 20 i casi accertati dai carabinieri del nucleo Operativo della compagnia di Padova che, martedì, a conclusione di un'indagine, hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere - emessa dal gip Mariella Fino su richiesta del pm Sergio Dini - nei confronti di C.E.D.J., filippino di 34 anni, transessuale che, da giugno a dicembre 2015, si sarebbe reso responsabile di estorsione nei confronti della propria clientela, tenuta in scacco a suon di ricatti. Da tempo andatosene da Padova, il 34enne è stato rintracciato ed arrestato a Roma, in zona Eur, e portato nel carcere di Regina Coeli, dove si trova a disposizione dell'autorità giudiziaria.

I RICATTI. Le indagini, cominciate a seguito di un primo arresto del filippino per estorsione, hanno consentito di accertare che quest'ultimo mettava in atto in modo sistematico richieste estorsive, sia nei confronti di clienti, che di persone che entravano in contatto con lui tramite il portale web "bakekaincontri" e su altri siti internet simili. Il 34enne era solito concordare telefonicamente con la vittima un incontro per una prestazione sessuale, a pagamento, richiesta inizialmente dal cliente; nel momento in cui quest’ultimo non si presentava all’appuntamento, veniva però bersagliato da minacce telefoniche con richieste di denaro. In un secondo momento, il filippino, dopo aver carpito l’identità attraverso Facebook o la chat Whatsapp del mancato cliente, pubblicava online sul sito “bakekaincontri” un’inserzione a sfondo erotico, contenente le foto e il numero di telefono della vittima, chiedendo ripetutamente a quest’ultima denaro per cancellare la pagina creata ad hoc. In alcuni casi, il 34enne non pubblicava l’inserzione della potenziale vittima, ma minacciava via chat quest'ultima che qualora non avesse pagato tra i 50 e i 200 euro a seconda dei casi (che si faceva accreditare su carta post-pay), avrebbe proceduto alla pubblicazione dell’annuncio online.

LE VITTIME. Sono sette le estorsioni consumate nel 2015, documentate dai carabinieri: il 13 dicembre ai danni di un padovano (l'unico ad aver denunciato l'accaduto, querela da cui è scaturita l'intera indagine) che gli aveva consegnato 200 euro in contanti; tra settembre e dicembre ai danni di un pistoiese, per 800 euro in due versamenti di 500 e 300 euro; tra novembre e dicembre ai danni di un altro pistoiese per 70 euro; ad ottobre ai danni di un romano per 100 euro; sempre ad ottobre un bellunese per 200 euro; a novembre un parmense per 50 euro; a dicembre uno straniero per 50 euro. I tentativi, invece, non riusciti, di estorsione accertati sono stati sedici: tre nel Padovano; due nel Trevigiano; due nel Veronese; due nel Torinese, uno nel Bergamasco, uno nel Pistoiese, due nel Modenese, uno a Reggio Calabria, uno a Prato ed uno a Siracusa.

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